Estero

Due Polonie al ballottaggio

Il secondo turno delle presidenziali tra Andrzej Duda e Rafal Trzaskowski specchio di un paese diviso

29 giugno 2020
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È ancora Andrzej Duda il favorito al secondo turno delle presidenziali polacche, ma l'uomo della destra nazionalista e bigotta non ha la vittoria in tasca. Il presidente uscente ha infatti vinto domenica il primo turno, con il 43,6% dei voti, ma l'obiettivo era in realtà quello di chiudere subito la partita. Doverà dunque vedersela con Rafal Trzaskowski, beniamino degli ambienti liberali ed europeisti, o anche soltanto insofferenti della propaganda (e della legislazione) reazionaria imposta al paese dal Pis, il partito Diritto e giustizia di Jaroslaw Kaczynski. Il sindaco di Varsavia è giunto secondo con il 30,34% dei voti, e conta ora di portare dalla propria parte l'elettorato degli altri candidati, a parte quelli di Krzysztof Bosak, all'estrema destra e semmai orientati a dare il voto a Duda. Questi, ha infatti immediatamente dato il tono alla campagna per il ballottaggio riprendendo il repertorio caro a Radio Maria: fare diga a gay, lesbiche e peccatori assortiti, nemici della famiglia tradizionale e irresponsabilmente aperti all'immigrazione, e difensori della separazione dei poteri. Dudao ha ribadito che ci sono vari punti comuni fra il suo programma e quello di Bosak oltre a "una visione molto simile dell'avvenire di Polonia".

Trzaskowski, oltre a dover vincere l'ostilità di radio e tv pubbliche, di una parte importante della chiesa cattolica e di un sentimento ben coltivato nelle aree rurali contro il libertinaggio metropolitano, dovrà cercare di avere dalla propria parte anche una vasta area di delusi dalla politica. Vasta, ma non vastissima, se è vero che le elezioni di domenica sono state le presidenziali più partecipate in assoluto, con oltre il 60% degli aventi diritto alle urne. Trzaskowskisi era pronunciato fortemente a favore di un "forte presidente non sottomesso a nessun partito", il quale, stando sopra le parti, potrebbe meglio badare al rispetto dei diritti dei cittadini. "La maggior parte di noi all'opposizione vuole il cambiamento e se questo non avverrà c'è il rischio che il monopolio del potere continui per altri anni", ha detto il sindaco, che ieri ha incontrato Szymon Holownia, candidato indipendente arrivato terzo con il 13,3% dei voti, per discutere con lui i comuni punti dei programmi, nella speranza di ricevere l'appoggio da parte di suoi elettori. Ieri, il candidato della sinistra Robert Biedroń ha già annunciato che inviterà i propri elettori a votare per Trzaskowski. 

Un confronto non solo tra due politici, ma tra due indirizzi storici per la Polonia, anche secondo l'ex presidente del consiglio europeo Donald Tusk. La scelta da affrontare è "tra verità e menzogna, rispetto e disprezzo, orgoglio e vergogna. Nessuno può più fare finta di non capire che cosa c'è in ballo. Intanto, per il capo dello Stato uscente, l'esecutivo del Pis ha messo tutte le sue forze in campo: per far aumentare l'affluenza ai seggi dell'elettorato più tradizionalista, ad esempio, il governo ha promesso pochi giorni prima del voto nuovi camion dei pompieri per i comuni con meno di 20 mila abitanti: e questo proprio nelle regioni, in cui l'affluenza sarà più alta. In questi comuni abitano circa 20 milioni di polacchi. Nei comizi a favore di Duda hanno partecipato inoltre diversi membri del governo, mentre la radio e la televisione pubblica sostenevano esclusivamente lui. Un svolta in Polonia non è esclusa, ma la strada per Trzaskowski è in salita.
 

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