Estero

Smentito a Codogno il nuovo caso positivo

Vi è stato un caso sospetto di coronavirus nel luogo simbolo dell'inizio dell'emergenza, che ha riaperto stamane dopo 100 giorni

giunta stamattina anche un'anziana positiva conclamata, trasferita in ambulanza da una casa di riposo (Keystone)
4 giugno 2020
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Il pronto soccorso di Codogno, comune della provincia di Lodi simbolo dell'inizio dell'emergenza coronavirus, ha riaperto stamane, dopo esser stato chiuso per oltre 100 giorni. La positività di un uomo al Covid-19 è stata smentita.

Inizialmente era trapelato un caso di coronavirus ma, da quanto è stato riferito in un secondo momento dall'ufficio comunicazione dell'ospedale, il paziente sospetto, arrivato stamane nella struttura, è in realtà risultato negativo.

Il tampone positivo è invece quello a cui è stata sottoposta un'anziana trasferita da una casa di riposo per problemi di anemia e con Covid conclamato. La donna al suo ingresso è stata sottoposta a un nuovo test, con cui è stata confermata la positività al virus.

All'ospedale di Codogno il 21 febbraio scorso fu accertato il primo caso positivo in Italia.

Il primario: 'Sicurezza garantita'

"Abbiamo riaperto perché adesso siamo in condizioni di garantire sicurezza per i pazienti, gli operatori e il territorio". Sono le parole di Stefano Paglia, direttore del dipartimento di emergenza e urgenza della Asst di Lodi oggi presente alla riapertura del pronto soccorso di Codogno.

Il primario, nel leggere lo schermo del suo smartphone, esclama: "11.35, primo paziente inviato dal 118. Si aprono le danze...". Già in mattinata sono stati registrati una quindicina di accessi, tra cui un sospetto Covid più tardi rivelatosi negativo (vedi sopra) e un'anziana positiva conclamata, trasferita in ambulanza da una casa di riposo con un problema di anemia. I due sono stati immessi in un'area riservata. Infatti all'ingresso del pronto soccorso dopo
il termoscanner per misurare la temperatura sono stati predisposti due percorsi separati per i pazienti Covid e non.

E proprio davanti all'ingresso, Paglia ricorda ancora la sera del 20 febbraio scorso. "Ho sentito una forte presenza dello Stato. Immediatamente sono state convocate l'unità di crisi aziendale, regionale e prefettizia. La decisione di chiudere il pronto soccorso è stata presa da tutti e tre e subito sono state inviate 10 ambulanze". "Quella sera - ha aggiunto Paglia - ero qui con il dottor Andrea Filippin, che è il referente medico di presidio e subito dopo l'accertamento di Paziente 1 e Paziente 3 abbiamo avuto la certezza di essere nel pieno di un'epidemia".

Per il primario quello che è successo a Codogno, che fa capo alla Asst di Lodi, è un "unicum nella storia della medicina di igiene e prevenzione in Italia".

 

 

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