Estero

L'Oms riprende i test sulla clorochina contro il Covid-19

Lancet e il New England Journal of Medicine mettono sotto revisione gli studi che sostenevano la pericolosità del farmaco

3 giugno 2020
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L'Oms ha ripreso i test con l'idrossiclorochina" nella cura del coronavirus. Lo ha annunciato il direttore generale dell'Agenzia dell'Onu Tedros Adhanom Ghebreyesus nel consueto briefing sul Covid-19. La sperimentazione con il farmaco per l'artrite erano stati interrotti dopo la pubblicazione di studi che lo consideravano pericoloso.

E il problema sono proprio gli studi. Uno sull'uso della clorochina (sponsorizzato, tra gli altri da Donald Trump e Jair Bolsonaro), e uno sull'utilizzo degli Ace inibitori nei pazienti con il virus, "hanno sollevato dubbi scientifici", e sono stati posti sotto revisione da parte di Lancet e il New England Journal of Medicine, che hanno recepito i dubbi espressi in una lettera da oltre 180 scienziati di tutto il mondo. Entrambe le ricerche - pubblicate dalle due autorevoli riviste mediche - si basano su un database di casi raccolti in tutto il mondo della società Surgisphere, e hanno come primo autore Mandeep Mehra della Harvard Medical School. In quello sull'idrossiclorochina, su 96mila pazienti, era emerso che l'uso del farmaco aumenterebbe il rischio di morte, mentre quello sugli Ace inibitori era arrivato alla conclusione che l'utilizzo di queste terapie non aumenta la mortalità per Covid, a differenza di quanto trovato da altre ricerche. In entrambi i casi le riviste hanno chiesto un approfondimento sui dati agli autori.

"In 182 abbiamo firmato una lettera contro l'articolo su Lancet, alla base della decisione di sospendere i trial clinici su clorochina ed idrossiclorochina - ha commentato Enrico Bucci, biologo e professore della Temple University, su Facebook -.Tra i firmatari, vi sono persone che ritengono inefficaci quei composti, ed altri che giurerebbero che funziona; vi sono poi persone come il sottoscritto, che ritengono che si è fatto troppo chiasso su quei composti, e che questo chiasso non deve risalire fino a riviste prestigiose come Lancet, che devono mantenere alta la guardia e non permettere la risalita di cattiva scienza fin sulle loro pagine. Anche su Covid, nonostante l'emergenza, devono usare standard alti di integrità". 

Non è una questione marginale, come si può capire. L'Oms e i governi di alcuni Paesi cambiarono la loro strategia contro il coronavirus proprio sulla base dei dati forniti dalla piccola azienda americana, che tra i suoi impiegati annovera anche uno scrittore di fantascienza e una modella di contenuti per adulti. Secondo un'inchiesta condotta dal Guardian, molti impiegati dell'azienda americana non hanno una formazione scientifica. La sua pagina LinkedIn ha meno di 100 follower e la settimana scorsa riportava una lista di soli sei impiegati che a oggi si sono ridotti a tre. La compagnia sostiene di gestire uno dei più grandi e veloci database di ospedali al mondo ma, scrive ancora il Guardian, la sua presenza online è quasi nulla. Il suo account Twitter ha meno di 170 follower e non ci sono post dall'ottobre 2017 al marzo 2020. Infine, il nome dell'amministratore delegato compare in tre cause per condotte sanitarie inappropriate anche se in un'intervista a 'The Scientist' Desai le ha bollate come "infondate".

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