Estero

Usa, le proteste arrivano davanti alla Casa Bianca

Notte di manifestazioni negli Stati Uniti per l'uccisione, da parte della polizia, di George Floyd

Davanti alla Casa Bianca (Keystone)
1 giugno 2020
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Nuova notte di proteste negli Stati Uniti dopo l'uccisione dell'afroamericano George Floyd a opera di un agente bianco.

Le manifestazioni sono arrivate anche davanti alla Casa Bianca, dove gli scontri tra polizia e manifestanti proseguono. Sfidando il coprifuoco, i dimostranti sono rimasti in zona e ogni tanto tornano a fronteggiare gli agenti schierati in linea con scudi e manganelli. I poliziotti hanno usato diverse volte i lacrimogeni, i gas urticanti e le granate stordenti per disperdere la folla. Alcuni manifestanti hanno acceso diverso roghi e danneggiato alcuni edifici.

Intanto il presidente Trump ha rilanciato su Twitter un vecchio slogan della destra: "Law and Order", usato a fine anni Sessanta dall'allora candidato presidenziale Richard Nixon e Ronald Reagan, all'epoca governatore della California.

Mentre crescono le tensioni tra le forze dell'ordine e manifestanti per la morte di George Floyd, alcuni dirigenti di polizia e agenti si sono uniti ai dimostranti in segno di solidarietà. A volte chinandosi su un ginocchio – un atto di protesta popolare nel mondo sportivo americano per denunciare le iniquità razziali – come hanno fatto due agenti nel Queens, a New York, rimanendo in cerchio mentre venivano letti i nomi di altri afroamericani uccisi dalla polizia, come Trayvon Martin e Philando Castile. In Michigan lo sceriffo della contea di Genesee Chris Swanson ha marciato con i dimostranti, come pure il capo della polizia di Norfolk, in Virginia. In ginocchio anche alcuni agenti al Lafayette park nella capitale, davanti alla Casa Bianca, a Miami e a Santa Cruz. Tutti episodi circolati sui social e diventati virali.

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