Estero

Cummings non si scusa per la violazione del lockdown

Il consigliere più ascoltato di Boris Johnson cerca di giustificarsi: avrei dovuto informarlo

25 maggio 2020
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Dominic Cummings, consigliere politico capo del premier britannico Boris Johnson (il suo Rasputin, di fatto) investito dall'accusa di aver violato le restrizioni del lockdown imposte dal coronavirus, ha confermato di essersi trasferito da Londra a Durham nella proprietà dei genitori.

Ha spiegato di averlo fatto per garantire la sicurezza del figlio e della moglie, colpita dai sintomi del Covid-19. Ha quindi ammesso come "un errore" il fatto di non aver informato Johnson se non diversi giorni dopo, quando il premier era in ospedale, ma non ha chiesto scusa al pubblico, insistendo di aver agito convinto che spostarsi fosse "la miglior cosa da fare" e fosse "legale" sulla base delle eccezioni previste dalle regole sul lockdown.

Cummings ha tuttavia riconosciuto che ci possono essere valutazioni diverse e che nel Paese si sono diffusi sentimenti di "collera per ciò che è stato riferito dai media sulle mie azioni". Johnson, peraltro, lo ha messo al sicuro: finché non trema il proprio posto, non traballa neanche il suo.
 
 

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