Estero

Gli Stati Uniti piegati dal coronavirus

Sale senza controllo il numero dei morti, la disoccupazione vola

3 aprile 2020
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Washington - Peggio, molto peggio dell'11 settembre. Gli Stati Uniti stanno sperimentando una crisi che potrebbe diventar devastante, ben più del trauma del 2001. Le conseguenze economiche dell'epidemia di coronavirus sono ormai ben chiare, mentre è grande la confusione generata dalla mancanza di un ordine di stare a casa in tutto il Paese e dalla carenza di equipaggiamenti medici cruciali. I contagi sono arrivati a quota 258 mila, e il numero di morti sale senza sosta: 1.169 vittime in 24 ore, ora in totale sono oltre 6.000. Anche lo stato di New York, il più colpito con 102.863 casi positivi, ha registrato il suo record di decessi, 526 in 24 ore, un sesto del totale: i cadaveri sono così numerosi che l'amministrazione ha acquistato decine di obitori mobili ed ha autorizzato i crematori locali a restare in attività 24 ore su 24.

Numeri cui si aggiungono quelli che arrivano dal fronte economico: nel mese di marzo sono stati persi 701 mila posti di lavoro, il dato peggiore dal maggio del 2009 e che non tiene ancora conto dei 10 milioni di americani che nelle ultime due settimane hanno fatto richiesta di sussidi di disoccupazione. In questo scenario Anthony Fauci, massimo esperto americano di malattie infettive e figura iconica della task force della Casa Bianca contro il coronavirus, ha rilanciato sulla Fox le conclusioni di alcuni studi scientifici preliminari secondo cui il Covid-19 potrebbe trasmettersi anche quando la gente respira e parla, non solo quando starnutisce o tossisce. "I lavori di ricerca attualmente disponibili sostengono la possibilità che il Covid-19 possa essere trasmesso dagli aerosol biologici generati direttamente dalla respirazione dei pazienti", ha scritto Harvey Fineberg, presidente della commissione malattie infettive emergenti in una lettera alla Casa Bianca a nome dell'Accademia delle scienze Usa. Per questo ora la task force Usa è sempre più orientata a consigliare a tutti l'uso di una mascherina, anche di tessuto, quando si è in pubblico o ci si avvicina ad altre persone. Anche in questo caso Donald Trump ha voluto dire la sua: "In molti casi è meglio una sciarpa, è più grossa e protegge meglio".

L'uso di maschere improvvisate è stato già raccomandato dai sindaci di New York e di Los Angeles. "Potete usare una sciarpa, una bandana fatta in casa", ha suggerito Bill de Blasio. Intanto Fauci ha denunciato il fatto che l'ordine di stare a casa non sia stato emanato in tutti gli Stati (ne mancano una decina) e non esista quindi un lockdown a livello nazionale, contraddicendo così Trump, favorevole invece ad una maggiore flessibilità a seconda dell'intensità dell'emergenza. Il presidente, risultato negativo ad un secondo test, sta usando più ampiamente la legge di guerra degli anni '50 per aumentare la produzione di respiratori e ha bloccato tutte le forniture di materiale medico agli alleati. Ma il suo consenso sulla gestione dell'emergenza sta calando: secondo l'ultimo sondaggio condotto da Ipsos, ora la maggioranza degli americani, circa il 52%, disapprova la sua risposta.

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