Estero

Coronavirus, in Italia restrizioni prolungate fino a Pasqua

La curva dei contagi resta ferma sul 'plateau' indicato dagli scienziati. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte prolunga la serrata dell'Italia fino al 13 aprile

1 aprile 2020
|

"Non bisogna abbassare la guardia" ripetono sia il presidente del Consiglio sia il ministro della Salute Roberto Speranza sapendo bene qual è l'indicazione che arriva dagli esperti: mantenere rigide le misure di contenimento e il distanziamento sociale per evitare che i risultati ottenuti vengano vanificati e il virus riprenda la sua folle corsa, soprattutto nelle regioni del Sud.

"Se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, pagheremmo un prezzo altissimo e saremmo costretti a ripartire di nuovo", dice Conte". Dunque, disagi e sacrifici devono proseguire. Fino a quando? "Non siamo nelle condizioni di dire - afferma il premier - che il 14 aprile allenteremo le misure restrittive.

Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale", una fase che sarà "di convivenza con il virus"; "per poi passare alla fase 3 di uscita dall'emergenza e di ripristino delle normalità lavorative, sociali, della ricostruzione e del rilancio". Insomma, "dobbiamo programmare un ritorno alla normalità che deve essere fatto con gradualità e deve consentire a tutti, in prospettiva, di tornare a lavorare in sicurezza".

Il nuovo decreto del presidente del Consiglio, che sarà in vigore dal 4 aprile alla scadenza dei precedenti provvedimenti, conferma dunque tutte le misure già in atto, dalle limitazioni agli spostamenti alla chiusura delle attività non essenziali. E prevede una ulteriore stretta per tutti gli sportivi. A partire da sabato "sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati" e "sono sospese le sedute di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti, all'interno degli impianti sportivi di ogni tipo".

Era stato il ministro Speranza a spiegare già in mattinata, al Senato, perché è necessario prolungare le chiusure. "Attenzione ai facili ottimismi che possono vanificare i sacrifici fatti: non dobbiamo confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessato allarme. La battaglia - ha affermato il ministro - è ancora molto lunga e sbagliare i tempi o anticipare le misure sarebbe vanificare tutto".

I dati d'altronde giustificano un cauto ottimismo ma non consentono affatto di considerare attenuata l'emergenza. La curva del contagio continua a rallentare, tanto che rispetto ad una settimana fa l'incremento totale dei contagiati è passato dal 7,53 al 4,52% e quello degli attuali positivi dal 6,28% al 3,78%. Un discorso che vale anche per le terapie intensive e per le vittime: l'incremento delle prime è sceso dal 2,74% allo 0,30% e quello dei morti da 10,01% a 5,85%.

Ma i numeri assoluti restano comunque impressionanti: 80'572 persone attualmente malate, di cui oltre 28mila in ospedale, 4'035 nelle terapie intensive, 13'155 vittime, con un incremento in un solo giorno di altre 727 persone. E se non bastasse ci sono anche i dati dell'Istituto di statistica nazionale (Istat) a confermare le dimensioni della catastrofe: a marzo, dice l'Istituto di statistica, sono raddoppiati i decessi al nord rispetto alla media 2015-2019; a Bergamo l'incremento è del 337%; a Brescia, Piacenza e Pesaro oltre il 200%.

Bisogna dunque continuare con le misure e con i sacrifici, per evitare la saturazione degli ospedali e delle terapie intensive. E per impedire che il contagio arrivi in maniera massiccia al sud, che è la vera paura di tutti gli esperti. Insomma, di sicuro c'è da scordarsi le scampagnate di Pasqua e Pasquetta, come dice il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli. "Andare fuori? Assolutamente no. Dobbiamo stare ancora a casa".

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE