Estero

In Ungheria pieni poteri a Orbàn

Il coronavirus 'corona' l'ambizione maggiore del premier magiaro

30 marzo 2020
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Budapest - Pieni poteri a Viktor Orbán. Il coronavirus ha offerto al premier ungherese un'occasione forse insperata. Ieri, il Parlamento di Budapest gli ha affidato pieni poteri, e a tempo indeterminato: Orbán d'ora in poi, e fino a quando vorrà, potrà governare attraverso l'uso esclusivo di decreti: sciogliere il Parlamento, cambiare o sospendere leggi in vigore, perfino arrivare a bloccare le elezioni. Tutto questo, formalmente, "per combattere più efficacemente il coronavirus". La legge è passata con i voti della maggioranza (Fidesz) e di alcuni deputati di estrema destra: 138 sì contro 53 no.

Per i socialisti, all'opposizione, è l'inizio della dittatura. E anche l'Europa si allarma: "La Commissione sta valutando le misure di emergenza adottate dagli Stati membri in relazione ai diritti fondamentali. In particolare per il caso della legge votata oggi in Ungheria sullo stato di emergenza e le nuove sanzioni penali per la diffusione di informazioni false", ha avvertito il commissario alla Giustizia Didier Reynders. Sepolcri imbiancati: né da Bruxelles né dal suo partito, il Ppe, sono tuttavia arrivate condanne chiare. Almeno per il momento.

A dispetto della popolarità di Orbán, una parte dell'opinione pubblica e i partiti dell'opposizione ritengono il provvedimento "sproporzionato" rispetto alla situazione sanitaria del Paese. L'opposizione ha anche cercato di far inserire nel testo un limite temporale di 90 giorni per lo stato di emergenza in cambio dell'appoggio in aula, ma Orban ha rifiutato. "Oggi inizia la dittatura senza maschera di Viktor Orbán", ha denunciato il leader socialista Bertalan Toth. Perfino il partito nazionalista Jobbik, più a destra di Fidesz, ha parlato di colpo di Stato. "Chi non vota per questa legge sta dalla parte del virus", ha incredibilmente replicato il premier nell'infuocato dibattito in Parlamento.

Il governo ha provato comunque a calmare gli animi. La ministra della Giustizia, Judit Varga, ha assicurato che l'unico scopo del governo è la tutela della salute dei cittadini. Ma per ora, in Ungheria, sono registrati soltanto 447 contagiati e 15 decessi, tutte persone anziane con altre malattie. Anche se il numero reale potrebbe essere ben diverso: si fanno infatti pochissimi tamponi, fino ad ora ne sono stati effettuati circa 13mila. Negli ospedali ungheresi mancano tute, guanti, mascherine protettive e ci sono soltanto 2.560 ventilatori in tutto il Paese. Il servizio sanitario ungherese insomma non ha la capacità di gestire un flusso massiccio di ammalati. Orban questo lo sa bene e, attacca l'opposizione, sta cercando colpevoli da additare se la situazione degenerasse mentre lui si erge a "difensore del popolo" contro il "virus straniero".

Non a caso sono state inserite nella legge varata oggi anche punizioni severissime per chi diramasse "notizie false": si rischiano da uno a cinque anni di carcere. I giornalisti che scrivono delle mancanze del servizio sanitario sono avvertiti. 

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