Estero

Fine dell'incubo, 'riapre' la provincia dell'Hubei

In Cina si va verso la normalizzazione, dopo la lunghissima quarantena collettiva imposta a60 milioni di persone

24 marzo 2020
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Pechino - La provincia dell'Hubei e il suo capoluogo Wuhan riaprono dopo la lunga quarantena cominciata il 23 gennaio compiendo i primi passi verso la normalità. I limiti agli spostamenti di due aree che hanno, rispettivamente 60 milioni di abitanti come l'Italia e 11 milioni come la Lombardia, cadranno con tempi e modi diversi. Ma sono il segnale che la Cina vede la fine dell'incubo che ha bloccato l'intero Paese negli sforzi per frenare l'avanzata del nuovo coronavirus. "È il segnale che la Cina ha centrato una vittoria contro il Covid-19 e che sta cambiando il focus del campo di battaglia", ha celebrato su Twitter il tabloid Global Times dopo l'annuncio del Comitato locale di prevenzione e controllo, facendo suo il messaggio del presidente Xi Jinping del 10 marzo, in occasione della sua visita a Wuhan, la prima dallo scoppio della crisi.

L'Hubei sarà formalmente 'liberato' domani, mentre Wuhan, il focolaio dell'epidemia diventata nel frattempo pandemia, dovrà attendere l'8 aprile per tutta una serie di passaggi preparatori perché, ha notato Mi Feng, portavoce della Commissione sanitaria nazionale, "non possiamo permetterci di abbassare la guardia, considerando poi che nel mondo i pazienti sono più di 300mila". Pur con contagi azzerati, malgrado oggi sia stato annunciato un solo caso nella città (e 7 morti), i timori sono legati alla imprevedibilità degli asintomatici e, in generale nella Cina, all'ondata dei contagi di ritorno, saliti nel complesso a 427. Per questa ragione, al fine di avere un controllo rafforzato, le autorità hanno ideato un complesso sistema che, grazie a una app (Health QR code via AliPay o WeChat), darà a ogni residente della provincia un colore sulla salute: il rosso segnala un caso confermato di Covid-19 da sottoporre a immediato trattamento medico, il giallo certifica un contatto ravvicinato con infetto e il divieto agli spostamenti, mentre il verde vale l'assenza di rischi. A questi ultimi, da aree a medio e basso rischio, è data la possibilità di viaggiare in provincia e città per la ripresa delle attività produttive, uno dei nuovi "campi di battaglia" per stabilizzare l'occupazione. Il codice verde in aree ad alto rischio, invece, obbliga a seguire "specifiche regole di viaggio delle autorità locali": a Wuhan, dove sono stati riaperti i primi cinque Starbucks con ordinazioni a distanza, per l'uso della metropolitana, oggetto di disinfezione da lunedì, ci si dovrà registrare con codice di salute, riconoscimento facciale e misurazione della temperatura corporea, all'ingresso e durante l'intero tragitto.

Posticipato ancora l'apertura delle scuole. "La guerra di popolo", come l'ha chiamata Xi, è stata vinta con un bilancio provvisorio di 81.171 contagiati, 4.735 ancora sotto cura, 73.159 guariti e 3.277 decessi. Il presidente ha accelerato gli sforzi diplomatici per rappresentare la Cina come potenza affidabile, in grado di fornire assistenza e materiale sanitario ai Paesi in difficoltà con la pandemia che sta colpendo pesantemente adesso Europa e Usa. Una prima sezione della Grande Muraglia, quella popolare di Badaling, è stata riaperta oggi dopo la chiusura del 25 gennaio: un simbolo e un ulteriore segnale del sospirato ritorno alla normalità, anche se i flussi consentiti saranno per ora solo il 30% di quelli tradizionali.

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