Estero

Coronavirus, dagli Usa lotto di vaccino per la fase sperimentale

La prima porzione del rimedio è stata inviata all'Istituto nazionale delle allergie e malattie infettive per avviare la prima fase di sperimentazione

Analisi ©Keytsone

Roma/New York – Il primo lotto del vaccino sperimentale contro il coronavirus ’mRna-1273’ è già stato spedito all’Istituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive (Niaid), per avviare la fase 1 della sperimentazione clinica su un piccolo numero di persone. Viene dagli Stati Uniti la notizia che potrebbe cambiare il corso dell’epidemia che ha fatto dilagare la paura nel mondo. Potrebbe, condizionale. Oltretutto con tempi che nel vigente clima di allarme generale non potranno che apparire lunghi.

Più brevi si annunciano quelli del business: l’azienda che dovesse per prima mettere sul mercato il vaccino ’definitivo’ si assicurerebbe un affare colossale. Sono in realtà molti i laboratori in tutto il mondo al lavoro per mettere a punto l’immunizzazione contro il virus, ma è stata l’azienda biotech americana Moderna, con sede nel Massachussets, ad annunciare la notizia di un primo significativo passo in avanti. 
Un passo avanti non risolutivo, comunque. Nella prima fase si tratterà di verificare se il vaccino è sicuro. Solo successivamente si potrà testarne l’efficacia.

Il vaccino, frutto della collaborazione con il Niaid e la Cepi (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations), si basa su una delle tecnologie più avanzate oggi disponibili, che utilizza la sequenza del materiale genetico del coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna). 
"Questa collaborazione ha permesso di avere pronto il primo lotto di vaccino a soli 42 giorni dall’identificazione della sequenza genetica del virus”, ha sottolineato Juan Andres, capo delle operazioni tecniche dell’azienda. Il Niaid prevede di iniziare la sperimentazione clinica su 20-25 volontari sani per la fine di aprile, per verificare se due dosi sono sicure e possono generare una risposta immunitaria sufficiente a proteggere dall’infezione. I risultati dovrebbero essere disponibili non prima di luglio o agosto, ha precisato Anthony Fauci, capo del Niaid. 
Il nuovo vaccino “a Rna messaggero” (mRna) è programmato per codificare la proteina complessa S, usata come bersaglio per i vaccini contro altri coronavirus, come quello della Mers e della Sars. Un approccio ritenuto vantaggioso, poiché permette di imitare l’infezione naturale per stimolare una risposta immunitaria più potente.

Soddisfatto l’immunologo Fauci, una delle figure più importanti della scienza internazionale in prima linea nella ricerca contro la nuova epidemia. I tempi sono stati bruciati con sforzi straordinari e procedure su corsie preferenziali. Tuttavia, è presto per cantare vittoria. 
Non si sa infatti se il vaccino funzionerà, considerando soprattutto che la tecnologia usata non ha ancora prodotto un vaccino approvato per l’uso umano. Inoltre, se questa prima fase di sperimentazione dovesse dare un esito positivo, dovrebbero seguirne altre su un maggior numero di persone, più la fase regolatoria. Quindi almeno fino all’anno prossimo non potrebbe essere pronto per la distribuzione. 
A conferma, infine, che la ricerca del vaccino è stimolata anche dalla prospettiva di un buon lucro, ieri le azioni di  Fujifilm Holdings sono cresciute alla Borsa di Tokyo dopo che il ministro della Salute giapponese, Katsunobu Kato, nel fine settimana ha suggerito l’utilizzo del suo vaccino antinfluenzale Avigan contro il coronavirus.

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