Estero

Il coronavirus rallenta ma non molla. Cassis: info capillare

Le guarigioni in Cina superano i contagi. Il capo del dipartimento Esteri risponde alle critiche di chi si è detto 'abbandonato'

(Keystone)
19 febbraio 2020
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Le persone guarite martedì dal coronavirus in Cina hanno superato per la prima volta dallo scoppio della crisi il numero di nuovi contagi, scesi ai minimi dal 29 gennaio: i dimessi dagli ospedali sono stati 1824, le infezioni aggiuntive 1749. È stato il bollettino della Commissione sanitaria nazionale a fornire in mattinata vari elementi promettenti in uno scenario che tuttavia resta molto complesso.

Pur "se si sono verificati alcuni cambiamenti positivi su prevenzione e controllo dell'epidemia, a Wuhan la situazione è ancora grave", ha commentato la vicepremier cinese Sun Chunlan dopo una visita nell'Hubei alla guida del gruppo per il controllo dell'epidemia e i colloqui avuti con il personale sanitario locale. Sun, l'unica donna nel Politburo del Partito comunista, ha invitato ad "evitare che le malattie da lievi diventino gravi". Il presidente Xi Jinping ha invece sollecitato più attenzione a protezione e salute dei lavoratori del settore medico, in modo che "possano focalizzarsi per vincere la battaglia contro l'epidemia del coronavirus".

Quanto ai contagi accertati in Cina, al netto dell'Hubei (epicentro dell'epidemia), sono stati 56, in calo per il 15esimo giorno di fila. I decessi nella provincia sono aumentati di 132 unità, a 1921, mentre le nuove infezioni accertate sono state 1693, le più basse dall'11 febbraio e per il secondo giorno sotto quota 2000, portando il totale a 61'682 (74'188 in tutta la Cina). Nel complesso, la Cina ha toccato i 2014 morti, mentre il primo caso di coronavirus in Africa, registrato in Egitto, è in via di guarigione: gli ultimi test effettuati al paziente, un cittadino cinese, sono risultati infatti negativi al Covid-19.

Vittime a Hong Kong e in Iran

Hong Kong, invece, ha registrato la sua seconda vittima: un uomo di 70 anni con problemi renali e di diabete. Aveva fatto il 22 gennaio un viaggio di un solo giorno in Cina attraverso il passaggio transfrontaliero di Lok Ma Chau. Era già in condizioni critiche quando il 14 febbraio gli fu confermato il contagio.

E mentre l'Iran ha annunciato le due prime vittime, già in età avanzata e con "deficienze immunitarie", in Corea del Sud sono emerse altre 20 infezioni, salite a 51. Il Korea Centers for Disease Control and Prevention (KCDC) ha spiegato che 18 degli ultimi pazienti sono a Daegu, 300 km a sudest di Seul, mentre il 31esimo paziente è considerato un "super diffusore", sospettato di aver contagiato almeno altre 15 persone venendo a contatto con altre 166. La donna indiziata è una persona molto attiva nella comunità di una parrocchia cristiana di Daegu.

Riaprono gli impianti auto

Sul fronte economico, General Motors e Fiat Chrysler hanno riaperto gli impianti o stanno cominciando a riavviare la produzione in Cina dopo la festività del Capodanno lunare estesa eccezionalmente per l'epidemia di coronavirus.

La Banca centrale cinese, nell'ultimo rapporto di politica monetaria, ha ribadito di vedere un impatto sull'economia dell'epidemia "ancora limitato" perché "non ha cambiato i fondamentali", assicurando aiuti alle imprese e una politica monetaria prudente.

Dopo un rallentamento nel 2019, "l'attività economica globale è attesa rafforzarsi moderatamente nel 2020", ma la ripresa è "fragile" e "restano rischi al ribasso", ha scritto il Fondo monetario internazionale (Fmi) nel rapporto preparato in vista del G20 dei ministri finanziari e dei governatori della banche centrali in calendario a Riad il 22 e 23 febbraio. Fra i rischi c'è il coronavirus, una "tragedia umana" che sta interrompendo l'attività economica in Cina", con ricadute probabili in altri Paesi.

Cassis: 'Abbiamo informato capillarmente'

"Abbiamo informato ovunque si potesse, capillarmente". Lo ha dichiarato oggi il ministro degli esteri Ignazio Cassis in merito all'epidemia, rispondendo alle critiche di quegli Svizzeri che si sentirebbero "abbandonati" dalla Confederazione.

Cassis, rispondendo a una domanda durante la tradizionale conferenza stampa dopo la seduta dell'esecutivo, ha sostenuto che il suo dipartimento ha contattato tutte le persone iscrittesi sull'applicazione "travel admin" oppure che si sono annunciate alle rappresentanze elvetiche in Cina.

Non tutti evidentemente lo hanno fatto, ha spiegato il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri. Da parte nostra, ha aggiunto il ministro PLR ticinese, "abbiamo informato ovunque si potesse, in modo capillare. Posso anche capire che non tutti siano contenti".

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