Australia

Australia, 113 specie a rischio estinzione dopo gli incendi

Nel paese ci si muove per trovare delle soluzioni che possano migliorare la situazione di mammiferi, uccelli, rettili, crostacei e pesci minacciate

Il topo 'dunnart' (Patrick_K59 su Wikipedia)
12 febbraio 2020
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I catastrofici incendi che hanno imperversato per mesi in Australia hanno assestato un durissimo colpo a flora e fauna. Ben 113 specie animali sono state dichiarate dal governo federale "più vicine all'estinzione" e necessitano perciò di "attenzione urgente". Un comitato scientifico convocato dalla ministra dell'ambiente, Sussan Ley, ha nominato 13 specie di uccelli, 20 di rettili, 17 rane, cinque invertebrati, 22 specie di crostacei e 17 di pesci. La lista tiene conto di quanto fossero in pericolo le specie prima della crisi degli incendi, quanto delle loro aree di distribuzione è stato distrutto dal fuoco e quale sarebbe il probabile impatto.

Fra le specie indicate figurano il topo marsupiale 'dunnart' e il pappagallo nero, due animali simbolo della turistica Kangaroo Island, dove l'impatto degli incendi è stato devastante. Ma c'è anche la rana 'corroboree', il marsupiale 'parma wallaby', l'uccello lira' super'b e la lucertola d'acqua 'water skink'.

"Alcune specie erano già minacciate prima degli incendi, ma questa nuova analisi include altre specie di mammiferi, uccelli, rettili, rane e crostacei, che prima non erano considerate in pericolo", ha detto la ministra Ley. Gli uccelli che abitano il terreno e i piccoli mammiferi sono particolarmente suscettibili a finire preda di gatti selvatici e volpi, che possono cacciare con più efficacia quando il sottobosco è incenerito. I pesci che vivono più a valle nei fiumi possono soffrire un impatto molto grave, se le forti piogge degli ultimi giorni trasportano con la corrente sedimenti e cenere.

La lista sarà usata per indirizzare gli sforzi di recupero, che includono lanci di cibo e programmi di riproduzione per reintrodurre gli animali nei loro habitat. È previsto inoltre il controllo dei predatori introdotti, come gatti selvatici e volpi, che oltre a cacciare gli animali nativi li privano di cibo e di habitat.

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