Due casi sospetti a bordo, attesi nel pomeriggio i risultati degli esami. Una dozzina di svizzeri in Cina vogliono tornare a casa. Il Dfae: rimpatrio complesso.
Una dozzina di cittadini con passaporto rossocrociato spera di poter lasciare presto la Cina – dove sono attualmente bloccati a causa del coronavirus – e tornare in Svizzera. Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) è costantemente in contatto con loro. Intanto, a Civitavecchia una nave da crociera è ferma in porto in attesa degli esami su due passeggeri cinesi.
L'organizzazione del rimpatrio è molto complessa, ha fatto sapere il Dfae all'agenzia Keystone-Ats. La Svizzera è in contatto con altri paesi e organizzazioni in vista di un eventuale ritorno in patria di chi vuole lasciare la Cina. Le capacità a disposizione sono però limitate, rileva il Dfae. Die dafür zur Verfügung stehenden Kapazitäten seien aber beschränkt.
L'ambasciata e i consolati generali svizzeri in Cina mantengono un contatto costante con i 4'156 cittadini svizzeri registrati.
Intanto, due casi sospetti di Coronavirus sono in questo momento in isolamento nell'ospedale di bordo di una nave della Costa Crociere ferma al porto di Civitavecchia. Moglie e marito cinesi di Hong Kong con febbre e problemi respiratori, sono stati già raggiunti dai medici dell'ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma per realizzare i test.
Gli altri passeggeri, 6mila circa, al momento non possono scendere dalla nave.
La coppia, salita a Savona alcuni giorni fa, era arrivata in Italia a Malpensa il 25 gennaio.