Italia

Emilia-Romagna e Calabria al voto, la Lega ci spera

Si conclude una campagna elettorale che Salvini ha cercato di 'nazionalizzare'. Fra Bibbiano e la Jole

(Keystone)
24 gennaio 2020
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L’Emilia-Romagna e la Calabria. Una regione (se non LA) delle meglio e una delle peggio amministrate d’Italia. Come si fa a sostenere che quelle di domani saranno “soltanto” elezioni regionali?A dire la verità, ad affermarlo sono soltanto il Partito democratico e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, un po’ perché c’è del vero (come ha osservato Piero Ignazi non è che Angela Merkel fu chiamata a dimettersi ad ogni sconfitta del suo partito in questo o quel Land) e un po’ per scaramanzia.
È stato piuttosto Matteo Salvini a giocare la carta della nazionalizzazione del voto per farne un plebiscito su di sé e sull’estrema destra alla cui testa si è messo saldamente. Mentre poco da dire è rimasto ai Cinque Stelle, ostinati nel rivendicare una “terzietà” che maschera a malapena il deficit politico e culturale che fa loro da bussola.

'E la sventurata sorrise'

Certo, il quadro delle due regioni in cui si voterà non potrebbe essere più diverso. In Calabria, dove Salvini è peraltro stato eletto, e dove non si conoscono mobilitazioni popolari dopo l’invito del procuratore Nicola Gratteri a “liberarsi della ’ndrangheta”, il Pd ha candidato Pippo Callipo, imprenditore del tonno con precedenti simpatie (e qualcosa in più) con la destra, e naturalmente padrone di una squadra, ma lui di pallavolo. Si vede che in mancanza d’altro... Mentre la destra ha il volto di Jole Santelli, ex vicesindaco di Cosenza, che in un comizio finale Berlusconi ha gratificato con una citazione da Petrarca: “Conosco Jole da 26 anni e non me l’ha mai data”. E la sventurata sorrise.

'Parliamo di Bibbiano'

È tuttavia l’Emilia-Romagna il boccone cui più ambisce Salvini. In un tour de force senza soste e senza vergogna, si è fatto fotografare in atteggiamenti intimi con mortadelle, forme di formaggio, tardone lascive, e infine ha tentato la carta dell’ostensione degli innocenti. A Bibbiano, salutato da cartelli con su scritto ‘Comunisti ladri di bambini’ ha proclamato di essere pronto a dare la vita per loro.
Tanto che gli ignari si sono chiesti se è mica lui il candidato presidente della regione rossa per eccellenza (e merito). No, è Lucia Borgonzoni, conosciuta più che altro per la sua maglietta fina esibita in Parlamento con su ‘Parliamo Di Bibbiano’. P e D maiuscole non casuali. Il tutto per detronizzare Stefano Bonaccini, ultimo (in ordine di tempo) di una lunga lista di presidenti “rossi”, più o meno, di una regione che venivano da Stoccolma a visitare per vedere come si fa.
Ecco, a metà strada tra le due Reggio, Beppe Conte insiste a dire che sono “soltanto” elezioni regionali. Quando lo disse, dallo stesso ufficio, Massimo D’Alema, passarono pochi giorni e si dimise.

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