Estero

L'Iran 'vendica' Soleimani: missili su due basi Usa

Nella notte gli attacchi in Iraq. Almeno una dozzina di missili su al-Asad ed Erbil. Si teme un'ulteriore escalation.

(Keystone)
8 gennaio 2020
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'Retaliation': ritorsione, ma in senso lato anche vendetta. È la parola che nella notte rimbalza sui siti delle testate americane, a spiegare la dozzina di razzi lanciati dall'Iran contro almeno due basi Usa in Iraq, su al-Asad (a ovest di Baghdad) ed Erbil (nel nord del paese). L'operazione 'Soleimani martire' arriva infatti come una risposta ampiamente attesa all'uccisione del supergenerale di Teheran che negli anni aveva saputo ridurre l'Iraq a un quasi protettorato della Repubblica islamica. Non si ha ancora notizia di morti e feriti.

"L'orgogliosa rivolta delle Guardie rivoluzionarie" è iniziata, ha sibilato tramite Telegram il portavoce dei pasdaran. Sono promesse "azioni ancora più devastanti". Stando a fonti americane, non si hanno ancora notizie su eventuali morti fra i soldati di stanza nelle due basi colpite e fra la popolazione locale (il governo iracheno ha per ora escluso vittime fra i suoi cittadini). L'Iran invece parla di ottanta morti, ma gli analisti dei maggiori giornali internazionali ritengono falsa questa informazione (servirebbe solo a "battersi il petto e gridare vittoria" secondo Michael Safi, reporter del britannico Guardian). Secondo l'agenzia locale Farsnews, Teheran avrebbe lanciato il primo attacco all'1.20 di notte, la stessa ora nella quale venerdì scorso era stato ucciso il generale Qassem Soleimani. Un secondo attacco sarebbe seguito alle 3.20, secondo l'agenzia semiufficiale Tasnim. L'operazione si è conclusa in assenza di una risposta immediata da parte degli americani.

Il presidente Donald Trump si è subito riunito con il Segretario della difesa Mark Esper e con il capo del Joint Chief of Staff (gli 'Stati maggiori' che riuniscono la direzione di tutte le forze armate Usa) Mark Milley. Ora tutti si chiedono quale sarà il contrattacco americano, in questo gioco fra maschi alfa che fa paventare un'ulteriore escalation. Nel frattempo il presidente ha cercato di rassicurare l'opinione pubblica sostenendo che "tutto va bene":

Intanto la tv iraniana ha pubblicato un video che mostrerebbe scene dell'attacco.

In mattinata la Guida suprema iraniana Ali Khamenei ha ribadito che l'Iran "ha dato uno schiaffo gli Stati Uniti con l'attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Stati Uniti dovrebbe finire". 

Le basi

Stando al 'New York Times, la base di al-Asad nel 2017 ospitava 500 persone fra militari e civili e serve soprattutto per le operazioni nell'ovest del paese. La presenza si sarebbe progressivamente ridotta dopo la sconfitta dello Stato islamico. La base di Erbil, vicina all'aeroporto, serve invece alle operazioni nel nord dell'Iraq e in Siria. In questo caso, i missili avrebbero comunque mancato il bersaglio. Secondo Ansa vi erano presenti anche soldati italiani, rifugiatisi in un bunker e rimasti illesi.

Precipita un aereo a Teheran

Nella notte è anche precipitato un Boeing della Ukraine Airlines appena decollato da Teheran per raggiungere l'Ucraina. I morti sarebbero 177 (168 passeggeri più l'equipaggio) e secondo la Croce rossa internazionale non vi sarebbero superstiti. Le cause sono ancora da chiarire, ma la prima ipotesi è quella di un problema ai motori e l'episodio non risulta connesso alle schermaglie fra Iran e Usa.


I rottami dell'aereo precipitato in Iran (Keystone)


I rottami dell'aereo precipitato in Iran (Keystone)

 

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