Estero

Francia, 'mangeremo il panettone sulle barricate'

All'ottavo giorno di mobilitazione, non si placa la protesta contro la riforma delle pensioni. Ora però il governo si dice disposto a trattare

12 dicembre 2019
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Ieri la rottura, stamattina la promessa dei duri del sindacato che "non ci sarà una tregua di Natale", a metà giornata le aperture: i riformisti della Cfdt vogliono dialogare, il primo ministro Edouard Philippe ha telefonato ai leader delle parti sociali lanciando inviti per un nuovo tavolo, la ministra del Lavoro, Muriel Penicaud, usa toni soft sulla questione pomo della discordia: "Sui 64 anni si può discutere".

"La buche de Noel (l'equivalente del panettone francese) vogliamo mangiarla sulle barricate", ha gridato ieri sera il segretario degli autonomi Unsa agli cheminots riuniti in assemblea e furiosi per gli annunci di Philippe. Anche nella maggioranza e nel partito macroniano de La République en Marche comincia a serpeggiare il dubbio e non pochi sono gli analisti che oggi sostengono che lo stesso presidente francese Emmanuel Macron non abbia gradito l'insistenza sull'età "di equilibrio" a 64 anni, la proposta che ha avuto l'effetto di attirare i sindacati riformisti, favorevoli alla pensione a punti, nel campo degli oppositori.

Persino un economista come Antoine Bozio, i cui studi hanno ispirato la riforma di Macron, attaccano il comportamento del governo: oggi, su Le Monde, Bozio vede la trasformazione del suo progetto e parla di "incredibile spreco": "Nonostante l'annuncio di qualche misura per ridurre le diseguaglianze nel trattamento pensionistico - sostiene il ricercatore - i timori di una riduzione dei diritti ad ottenere la pensione sono confermati".

All'ottavo giorno di blocco, le manifestazioni - quella annunciata a Parigi, un'altra a Lione - hanno raccolto poche migliaia di partecipanti. Ma la situazione dei trasporti è più che mai in tilt, stasera Parigi si è ritrovata sotto un pioggia incessante con folle in attesa alle pensiline dei bus e fra i 500 e i 600 chilometri di code per chi doveva tornare a casa in banlieue. Ai trasporti si sono uniti oggi i lavoratori dei porti principali, da Le Havre a La Rochelle fino a Marsiglia: blocchi, niente scarico merci, picchetti che impediscono ogni attività nelle zone industriali.

L'ordine che sembra partire dall'Eliseo è quello di riaprire al più presto le trattative: Philippe ha telefonato ai partner sociali, invitandoli a palazzo Matignon per mettersi attorno a un tavolo. In un tweet ha citato "in particolare Laurent Berger", il leader della Cfdt, fino a ieri il sindacato più soft, molto vicino al governo.

"La mia porta è aperta, la mia mano è tesa", ha ripetuto. Dai suoi ministri sono venute le indicazioni pratiche: "Noi proponiamo l'età di equilibrio a 64 anni - ha detto il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire - ma la questione non è ancora decisa" e c'è "ancora spazio" per negoziare. La ministra del Lavoro, Muriel Penicaud, si è spinta ancora un po' più in là: "Se qualcuno ha soluzioni migliori, possiamo sempre discuterne".

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