Estero

Pensavano fosse droga, era un museo privato clandestino

Sequestrati a Roma 160 reperti provenienti dal complesso monumentale di Sant'Ilario ad Bivium. Denunciato il 'proprietario'

12 dicembre 2019
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Un vero e proprio museo clandestino costituito soprattutto da anfore, vasi romani, monete, monili e reperti ossei, in tutto 160 reperti archeologici risalenti al periodo ricompreso tra il II secolo a.C. ed il VI-VII secolo d.C. è stato scoperto a Roma dalla guardia di finanza in un appartamento nel quale stavano eseguendo una perquisizione sospettando che vi fossero nascosti stupefacenti. I reperti rinvenuti, di rilevante interesse storico e archeologico, proverrebbero dal complesso monumentale di Sant'Ilario ad Bivium, ubicato nel territorio di Valmontone, interessato tra la fine degli anni 80 e i primi anni 90 da una campagna di scavi che ha fatto emergere, tra l'altro, una catacomba, un cimitero esterno e una chiesa. I reperti sono stati affidati in giudiziale custodia al Museo archeologico comunale di Colleferro, in attesa delle operazioni
di classificazione e delle determinazioni inerenti al restauro e all'assegnazione definitiva.  Il destinatario della perquisizione, un uomo di nazionalità italiana, è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Velletri per i reati di detenzione abusiva di reperti archeologici e di traffico di sostanze stupefacenti.

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