Estero

Effetto Catalogna su Sanchez

La Spagna al voto per la quarta volta in quattro anni, e lo scenario potrebbe restare lo stesso

Pedro Sanchez (Keystone)
8 novembre 2019
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Quarte elezioni politiche in quattro anni, e senza la garanzia che siano quelle “buone”. Secondo le previsioni demoscopiche, infatti, anche questa volta gli elettori spagnoli potrebbero di nuovo assegnare al Partito socialista una maggioranza di seggi, ma non tale da consentire la formazione di un governo senza dover ricorrere a un’alleanza politica. Che anche in questa occasione – come nei falliti colloqui con Podemos nei mesi scorsi – potrebbe non essere trovata.

Pedro Sanchez, il premier socialista uscente, ha chiesto agli elettori un mandato forte “per avere finalmente un governo”, anche se di minoranza. Ma in realtà lo scenario politico sembra essere ben poco cambiato rispetto al 28 aprile: il partito socialista è dato in testa ma senza i numeri per una maggioranza solida, anzi con il rischio di ottenere anche meno di quei 123 deputati su 350 che non sono risultati sufficienti per dare stabilità alla Spagna. 
Non tutto è rimasto uguale, tuttavia. L’acuirsi della crisi catalana, acuita dalla condanna giudiziaria dei leader indipendentisti, e dalle proteste di piazza che ne sono scaturite, sembra essersi imposta sulla campagna elettorale.

L’indicazione che emerge dai sondaggi, è che questo clima ha fatto guadagnare terreno alle destre, a partire dalla quella estrema di Vox, la formazione di Santiago Abascal che dopo l’exploit di aprile (quando era entrata per la prima volta in parlamento con 24 deputati) domenica potrebbe arrivare anche a raddoppiare i seggi. A sfavore di Sanchez sono poi giunte le notizie sul peggioramento della situazione economica rispetto alla primavera scorsa.  
In generale, il confronto politico sembra ridotto alla gestione della questione catalana. Non a caso Sanchez ha scelto di tenere l’evento di chiusura della campagna a Barcellona, dove è stato dispiegato un consistente apparato di sicurezza per garantire il regolare svolgimento delle operazioni di voto: oltre 8000 gli agenti mobilitati dalla polizia catalana. 
“Domenica – ha detto Sanchez – siamo tutti convocati alle urne non per rispondere agli orientamenti della politica, giacché gli spagnoli lo hanno già fatto lo scorso 28 aprile e il 26 maggio, dando la maggioranza al Psoe. Gli spagnoli vogliono una risposta progressista ai loro problemi. In questione è se abbiamo un governo o no”, è stato l’appello con cui il premier ha chiesto un mandato pieno.

Ma il rischio di astensionismo è alto, data l’esasperazione degli elettori. E se sondaggi saranno confermati, a farne maggiormente la spese potrebbe essere proprio il Psoe. 

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