Un gruppo di alti funzionari pensò di dimettersi per protesta contro la condotta di Trump, ma il rischio era destabilizzare il governo
Lo scorso anno un gruppo di alti responsabili e funzionari dell'amministrazione Trump pensarono a dimettersi in massa, una mossa clamorosa per lanciare un allarme sulla condotta del presidente. Alla fine decisero di soprassedere per paura di destabilizzare il governo.
Lo scrive nel libro in uscita "A Warning" - ripreso dal Washington Post - un funzionario anonimo della stessa amministrazione Trump, autore della lettera contro il presidente che due anni fa fu pubblicata dal New York Times. Nel libro il presidente viene definito "crudele, inetto e pericoloso per il Paese".
Nel libro si parla anche di comportamenti misogini e razzisti di un Trump che in particolare farebbe di continuo commenti sulle donne che lo circondano. "Commenta il trucco, scherza sul peso, critica il modo di vestire, mette in discussione la durezza delle donne del suo staff e usa parole come 'tesoro' o 'dolcezza' rivolgendosi a fior di professioniste", si legge nel libro: "Insomma, un modo di agire non consono per un capo nell'ambiente di lavoro".
Una volta a proposito dei migrati che passano il confine col Messico Trump avrebbe detto: "lasciamo che queste donne vengono qui con sette bambini. Poi dicono, 'per favore aiutateci, mio marito mi ha lasciato'. Sono persone inutili che non fanno niente per il nostro Paese. Fossero almeno venute coi mariti li avremmo potuti mettere nei campi a raccogliere mais o altro...".
La portavoce della Casa Bianca, Stephanie Grisham, parla di "niente altro che di bugie", definendo il libro "una fiction".