Estero

L'Italia continua a impedire lo sbarco ai migranti

Quasi duecento persone ferme in alto mare. Anche senza Salvini, il governo continua a bloccare i porti

(Archivio Keystone)
28 ottobre 2019
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La Ocean Viking è in mare da 10 giorni - in acque internazionali tra Linosa e Malta - con 104 migranti salvati ad una cinquantina di miglia dalla Libia. La Alan Kurdi ne ha 90 a bordo soccorsi sabato scorso. Entrambe le navi hanno chiesto il 'place of safety' all'Italia, ma dal Viminale non c'è stata risposta. La Commissione europea è pronta ad intervenire ma per ora non ha ricevuto da Roma la richiesta di occuparsi di trovare Paesi disposti ad accogliere una quota delle persone soccorse. E crescono le voci di parlamentari che chiedono lo sblocco della situazione.

Sos méditerranée e Medici senza frontiere, le ong che gestiscono la Ocean Viking, sollecitano la conclusione della "prolungata e inutile permanenza in mare" della nave, che ospita anche 41 minori e 2 donne incinte. "È inaccettabile - dice il capomissione di Msf Michael Fark - che da dieci giorni queste persone già vulnerabili siano bloccate in mare e vivano nell'incertezza di non sapere cosa sarà di loro. I leader europei siano all'altezza dei propri principi e consentano ai naufraghi di sbarcare".

Analoga richiesta arriva dalla Alan Kurdi della tedesca Sea Eye, dopo una notte pesante a bordo. "Siamo stati investiti da una tempesta, la nave non è grande, abbiamo urgentemente bisogno di un porto sicuro", lamenta la ong. Ieri una donna incinta al quarto mese è stata evacuata da una motovedetta della Guardia costiera italiana.

Una portavoce della Commissione europea fa sapere che "allo stato attuale non siamo attivamente coinvolti in relazione" alle navi umanitarie, "ma, come sempre, siamo pronti a provvedere sostegno qualora fosse richiesto". Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, cita il Talmud: "'chi salva una vita, salva l'umanità'. Penso che le nostre culture e la cultura europea si basino su questo principio, e questo vale anche per tutte le persone in difficoltà ora nel Mediterraneo".

La ministra dell'interno italiana Luciana Lamorgese venerdì scorso ha ricevuto al Viminale le ong impegnate nei salvataggi in mare. Nell'incontro, definito "un primo passo per l'avvio di un'interlocuzione diretta tra le parti", la ministra ha sottolineato l'esigenza di coniugare umanità e legalità e la necessità che le operazioni di salvataggio avvengano nel rispetto delle regole. Sul tavolo anche il ritorno del Codice di condotta per le ong adottato con l'allora ministro Marco Minniti. Ma una soluzione condivisa per i migranti soccorsi ancora non si vede.

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