Sono stati riconosciuti colpevoli di 'sedizione' e 'appropriazione indebita'. Non sarebbe stata provata la colpevolezza per il reato più grave di 'ribellione'.
Un nuovo mandato di arresto internazionale è stato emesso oggi da un giudice spagnolo per l'ex premier catalano Carles Puigdemont, in esilio in Belgio, con l'accusa di 'sedizione' e 'appropriazione indebita' per la fallita secessione catalana dell'ottobre 2017.
Si tratta delle stesse accuse per le quali stamane sono stati condannati dalla Corte Suprema spagnola con pene fra i 9 e i 13 anni di carcere 9 dei 12 leader indipendentisti,
Lo scrivono i media spagnoli e internazionali, fra cui El Pais. Non sarebbe quindi stata provata la colpevolezza per il reato più grave di 'ribellione', per il quale l'accusa aveva chiesto 25 anni.
Questo il commento, affidato a Twitter, dell'ex presidente del governo catalano Oriol Junqueras, condannato a 13 anni dalla Corte suprema spagnola per 'sedizione' e 'appropriazione indebita' e principale imputato del processo per la dichiarazione d'indipendenza catalana.
Il Barça scende in campo 'Prigione non è soluzione'
"La pena preventiva non ha aiutato a risolvere il conflitto, non lo farà la pena detentiva inflitta ora, perché la prigione non è la soluzione".
La squadra del Barcellona scende in campo contro le condanne inflitte dalla Corte suprema spagnola a 12 leader indipendentisti catalani. "La risoluzione del conflitto in Catalogna deve provenire esclusivamente dal dialogo politico - scrive la società blaugrana, schierata con la causa indipendentista.
Il club chiede ai leader politici di condurre un processo di negoziazione che dovrebbe consentire la liberazione di leader civili e politici condannati.
FC Barcelona announcement
— FC Barcelona (@FCBarcelona) October 14, 2019
"Prison is not the solution" pic.twitter.com/o0BWOaThgD