Estero

Halle, il terrorista aveva quattro chili di esplosivo

Lo ha rivelato il procuratore generale Peter Frank. Il materiale è stato rinvenuto nella sua automobile.

Foto Keystone
10 ottobre 2019
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Nel confermare che quello di ieri contro la sinagoga di Halle è stato un attentato terroristico che puntava a fare una strage, il procuratore generale tedesco Peter Frank ha rivelato - in una dichiarazione fatta in tv - che Stephan Balliet aveva con sé ordigni per un totale di quattro chili di esplosivo.

"Quello che abbiamo vissuto ieri era terrore. Secondo le nostre conoscenze, Stephan B. ieri si era posto come obbiettivo quello di compiere un massacro (...) nella sinagoga di Halle", ha detto Frank nella dichiarazione trasmessa dal canale di notizie dalla tv pubblica tedesca.

L'attentatore, "connotato da un pauroso antisemitismo, xenofobia, razzismo, si era armato in maniera pesante, con diverse armi, apparentemente di costruzione artigianale, e con una grande quantità di esplosivo: solo nell'auto sono stati rinvenuti circa quattro chili di esplosivo", ha detto il magistrato ribadendo che "voleva andare nella sinagoga per uccidervi un grande numero persone".

Sotto inchiesta le mosse dell'attentatore sul darknet

La procura federale tedesca indaga su quali attività l'attentatore antisemita di Halle abbia potuto aver sul "darknet", un internet "oscuro" con contenuti non pubblici e nel quale si naviga in forma anonima. Lo ha detto sempre Frank in tv.

"Stephan B. viene portato già oggi davanti al giudice per le indagini preliminari della Corte federale di giustizia qui a Karlsruhe", ha informato Frank dopo aver formalizzato l'ordine di arresto.

"Abbiamo fatto perquisire l'abitazione dell'accusato", ma "si pongono molte domande": "come è stato possibile che una persona simile si sia radicalizzata", come si sia "procurato" e "fabbricato da solo" armi ed ordigni. Inoltre ci si chiede se ci siano stati "fiancheggiatori", "conniventi" anche solo su internet o "persone che lo abbiano forse incoraggiato", ha detto ancora il magistrato.

Per indagare su tutto ciò è necessario "far luce sulla sua intera comunicazione" e "guardare quali attività abbia condotto sul darknet": "su queste domande oggi non abbiamo chiare risposte", ha ammesso il magistrato.

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