Estero

Si ribalta l'imbarcazione, 13 migranti morti e 8 dispersi

È la conta dell'ultimo naufragio al largo di Lampedusa. Il tasso di mortalità nel Mediterraneo si fa sempre più elevato

(Keystone)
7 ottobre 2019
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Sono tredici, tutte donne, i migranti morti accertati del naufragio, domenica notte, di una barca a poche miglia da Lampedusa. Almeno altri otto, si pensa bambini, sono dispersi. Una ventina quelli messi in salvo dalla Guardia costiera.
Vittime che si aggiungono alle oltre mille contate dall’inizio dell’anno, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni nel Mediterraneo. Poco più della metà dei morti confermati nello stesso periodo nel 2018 (1.890). Il 2019 è così il sesto anno in cui sono stati registrati più di mille morti su questa rotta marittima. Tenendo tuttavia conto del fatto che il totale degli sbarchi è costantemente in calo, si comprende come il tasso di mortalità dei tentativi di traversata si fa sempre più elevato.
A bordo dell’imbarcazione naufragata c’erano una cinquantina di persone, in maggioranza tunisini e subsahariani. Secondo una prima ricostruzione, quando sono arrivate le motovedette della Guardia costiera (chiamate dagli stessi migranti in difficoltà) per procedere al trasbordo, i migranti si sono spostati tutti da un lato e, complice il mare mosso, hanno fatto ribaltare l’imbarcazione. “A bordo erano tutti senza salvagente, se lo avessero avuto ora sarebbero tutti salvi”, ha detto il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella. 
Se la dinamica del naufragio sembra piuttosto chiara, ci sono aspetti della traversata su cui la procura intende indagare. sembra infatti che la barca sia partita dalla Libia e abbia fatto uno scalo in Tunisia, prima di prendere il mare. Quasi una conferma della collaborazione tra trafficanti libici e tunisini, che la procura ipotizza da mesi e su cui sta già lavorando.

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