Estero

Il dono di Nicholas Green, trapianti triplicati in Italia

25 anni dopo la morte del bambino statunitense sulla Salerno-Reggio Calabria, cinque di quelle sette persone che ricevettero i suoi organi sono ancora vive

Il monumento istituito alla memoria di Nicholas Green (© Lynndonner CC BY 3.0)
17 settembre 2019
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A 25 anni dal tragico ferimento che causò la morte del piccolo Nicholas Green sulla Salerno-Reggio Calabria durante un tentativo di rapina, il padre scrive una lettera aperta ricordando anche la donazione di organi fatta a sette malati italiani. E sottolinea che proprio grazie all''effetto Nicholas', in Italia le donazioni sono triplicate in dieci anni.

"Il primo ottobre saranno passati 25 anni da quando mio figlio Nicholas di sette anni morì dopo essere stato colpito da un proiettile durante un tentativo di rapina in auto lungo l'autostrada, mentre eravamo in vacanza con tutta la famiglia", scrive Reginald Green. "Mia moglie Maggie ed io donammo i suoi organi e cornee che andarono a cinque malati italiani molto gravi (quattro dei quali adolescenti), alcuni quasi in punto di morte, e altri due adulti che stavano diventando ciechi. Venticinque anni dopo, cinque di quelle sette persone sono ancora vive". "Nei dieci anni successivi alla morte di Nicholas - continua la lettera - le donazioni degli organi in Italia sono triplicate, un tasso di crescita a cui nessun'altra nazione è andata vicino. Migliaia di persone che sarebbero morte sono invece vive". All'epoca la scelta dei coniugi Green suscitò molta emozione, perché la donazione degli organi non era molto diffusa in Italia. Proprio quella decisione incentivò le donazioni nel Paese.

Il primo ottobre i genitori di Nicholas incontreranno tre delle sette persone che ricevettero gli organi del loro bambino al Policlinico di Messina, dove il piccolo morì e dove saranno presenti alcuni membri dello staff che erano in servizio quella notte. L'ospedale, dal canto suo, ha intenzione di caratterizzare l'anniversario intitolando il reparto di terapia intensiva a Nicholas, per ricordare che "la decisione di donare salva vite". Reginald Green attraverso la sua lettera vuole anche lanciare un appello: "Il nostro messaggio - afferma - è che i tassi della donazione degli organi sono inferiori a quelli che servirebbero.

È devastante vedere dei pazienti che sono in lista d'attesa e che muoiono - alcuni sono molto giovani, anche solo bambini piccoli - a causa del problema ad un organo che potrebbe facilmente essere sostituito. Tutto quello che serve è un semplice sì". Prima di arrivare in Italia, Reginald Green e la moglie dialogheranno in diretta Skype dagli Usa con i cardiologi e i cardiochirurghi che interverranno al convegno di cardiologia a Milano dal 23 settembre e illustreranno le tappe del viaggio che li porterà in Calabria nei giorni successivi. Proprio in Calabria, vicino a Vibo Valentia, l'automobile su cui viaggiava la famiglia Green fu scambiata per quella di un gioielliere e assaltata a colpi di pistola dai rapinatori. Nicholas fu ricoverato al centro neurochirurgico del Policlinico di Messina, dove morì nei giorni successivi. Per l'omicidio furono condannati due giovani. (ANSA).

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