La presidente ha promesso che sarà 'una Commissione che farà quello che dice'. Non c'è ancora un commissario per i rapporti con la Svizzera
Sarà "una Commissione che farà quello che dice. Guidata con determinazione, concentrata su questioni chiave e capace di dare risposte". È la promessa di Ursula von der Leyen all'Europa, nel giorno della presentazione della sua squadra, la più rosa della storia comunitaria, attenta a equilibri geografici e politici, e con Paolo Gentiloni, il primo italiano all'Economia, a cui affida anche il ruolo di "affrontare i debiti alti".
La presidente tedesca sorride in modo rassicurante e parla di un'Unione delle opportunità, dimostrandosi pronta a lavorare alla ricucitura di quelle lacerazioni geografiche e diseguaglianze sociali che rischiano di far naufragare il progetto comunitario sotto l'onda lunga dei sovranismi.
Con piglio deciso von der Leyen si dice disponibile ad una nuova estensione sulla Brexit se Londra la chiederà e sposta in alto l'ambizione della lotta ai cambiamenti climatici, in un 'Green deal' proiettato verso l'obiettivo della emissioni zero entro il 2050.
Ma punta anche a rendere il Vecchio continente all'altezza della sfide dell'era digitale, ridimensionando il potere fuori controllo dei giganti americani; a proteggere i cittadini dalle minacce globali; a disegnare la partnership con gli Usa e a definire con maggior nettezza i rapporti con una Cina sempre più assertiva, cercando di mettere l'Unione il più possibile al riparo dalle tensioni commerciali.
E tra i punti centrali c'è anche un nuovo Patto per le migrazioni, con investimenti in Africa e la riforma del regolamento di Dublino. Alle spalle della leader lo schermo gigante della sala stampa della Commissione europea rimanda l'immagine dell'organigramma del suo team: un drappello di ventisei commissari, che avrà il compito di dare sostanza e concretezza alle linee guida del programma per i prossimi cinque anni.
Un insieme dove Paolo Gentiloni occupa la prestigiosa casella dell'Economia. "Mi impegnerò per contribuire al rilancio della crescita e alla sua sostenibilità sociale e ambientale", ringrazia il commissario designato.
Il lettone rigorista Valdis Dombrovskis sarà votato a coordinare il lavoro di un'Economia "al servizio della gente", oltre ad essere il commissario ai Servizi finanziari. L'olandese Frans Timmermans sovraintenderà al "Patto verde", con la gestione delle Azioni per il clima. La danese Margrethe Vestager sarà alla guida di "un'Europa all'altezza dell'era digitale" e responsabile della Concorrenza: politica quest'ultima che von der Leyen pensa di riformare, anche alla luce dello stop di Bruxelles alla fusione Alstom-Siemens.
In ordine gerarchico i tre saranno al vertice di una piramide, che include altri cinque vice: tra questi, il nuovo Alto rappresentante, lo spagnolo Josep Borrell. Il greco Margaritis Schinas (ex portavoce della Commissione Juncker) si occuperà di sicurezza, con la responsabilità sulla Migrazione, mentre la ceca Vera Jurova sarà a guardia dello Stato di diritto, altro tema caro alla leader tedesca.
Tra i commissari uno dei portafogli più consistenti va alla francese Sylvie Goulard che guiderà la politica industriale, anche in chiave Difesa comune (ma mai in concorrenza con la Nato), con l'idea di creare un fondo per rafforzare le aziende, creando 'campioni europei' sui mercati globali.
C'è attesa intanto a Bruxelles per la visita di domani di Conte: vedrà i presidenti uscenti ed entranti della Commissione (Juncker e von der Leyen), e del Consiglio (Donald Tusk e Charles Michel), oltre al presidente dell'Europarlamento David Sassoli. Migranti, crescita e flessibilità saranno al centro dei colloqui.