Estero

Greta a New York: 'Dai leader servono fatti, non parole'

La sedicenne attivista svedese ha avvertito Donald Trump e i politici che parteciperanno al vertice dell'Onu: 'Gli occhi dei giovani sono puntati su di voi'

Greta dixit: 'È una follia che una sedicenne debba attraversare l'Atlantico, ma le cose stanno cosi' (Keystone)
29 agosto 2019
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Con le trecce che ricordano la sua 'connazionale' Pippi Calzelunghe, Greta Thunberg attacca Donald Trump e sfida i leader della terra. "Gli occhi dei giovani sono puntati su di voi. Dal vertice dell'Onu sul clima devono arrivare fatti, non solo belle parole", ha detto al Guardian la sedicenne attivista svedese, impegnata oggi in un sit-in davanti al Palazzo di Vetro.

Arrivata ieri a New York, dopo due settimane sulla barca a vela a emissioni zero di Pierre Casiraghi, Greta è stata accolta dal benvenuto del capo dell'Onu Antonio Guterres: "La determinazione e la perseveranza mostrata nel tuo viaggio dovrebbe dar coraggio a tutti noi che prenderemo parte al vertice del 23 settembre. Dobbiamo rispondere alle richieste dei popoli del mondo e affrontare la crisi".

Ad applaudire su Twitter l'arrivo della ragazzina anche la Rappresentanza permanente italiana all'Onu: "Benvenuta a New York Greta Thunberg: Impazienti di unirci a te, ai campioni del clima e ai leader mondiali per il vertice".

Notando nell'intervista al Guardian la recalcitranza degli Usa sotto Donald Trump, Greta ha osservato che il suo viaggio è simbolico di quello che i giovani sono pronti a fare a difesa del clima. "È una follia che una sedicenne debba attraversare l'Atlantico, ma le cose stanno cosi'", ha detto la ragazzina: "I leader sanno che hanno più occhi addosso, sentono più pressione. Io voglio un piano concreto, non solo belle parole", ha aggiunto Greta che ieri, allo sbarco a Manhattan, aveva attaccato Trump: "Rifiuta di ascoltare la scienza".

Oggi da Washington l'ennesima sfida ai difensori del clima: l'agenzia federale Usa per la protezione dell'ambiente sta preparandosi per eliminare le regole per scoprire e tappare, negli impianti che trattano gas e petrolio, le fughe di metano, uno dei più potenti gas serra. La mossa, avversata dalle stesse major dell'energia, è l'ultima nello sforzo di Trump per smantellare le politiche verdi dei predecessori. Ieri il presidente ha ordinato al segretario all'agricoltura Sonny Perdue di esentare la foresta Tongass dell'Alaska, uno dei grandi "cuscinetti" naturali contro i cambiamenti climatici, dalle regole contro i disboscamenti varate da Bill Clinton.

L'iniziativa arriva mentre continuano a bruciare le foreste dell'Amazzonia, in Africa nel bacino del Congo, ma anche nell'Artico: "Sono le conseguenze attese di un clima sempre più caldo", ha twittato oggi Greta rilanciando un articolo del New York Times sugli incendi che si sviluppano, sempre più estesi e più pericolosi, in zone dove raramente o mai prima d'ora.

Intanto, sempre in tema di clima estremo, l'uragano Dorian continua la minacciosa marcia verso le coste Usa: dovrebbe salire a categoria 4 prima dell'impatto con la Florida nel giorno di Labor Day che il 2 settembre chiuderà l'ultimo "ponte" dell'estate americana e Trump si preoccupa: "Sarà un grande uragano, forse uno dei più grandi".

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