Estero

M5S e Pd vicini all'intesa su un Conte-bis

Vertice in corso tra Di Maio, Zingaretti e il dimissionario presidente del Consiglio. Cade la pregiudiziale del segretario del Pd su Conte

Zingaretti all'uscita dell'incontro pomeridiano (Keystone)
26 agosto 2019
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Sembra a un passo l’intesa per un governo di Movimento 5 Stelle e Partito democratico. Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti, dopo giorni di contatti intermittenti, si sono seduti al tavolo di Palazzo Chigi. E il capo M5S ha ricevuto l’apertura del Pd a Giuseppe Conte: potrebbe essere confermato per un bis, a capo di un esecutivo giallorosso. Al Quirinale tutto pronto per le consultazioni: partiranno domani pomeriggio. 

L’intesa non è chiusa, avvertono dal Pd: Zingaretti vuole segnali concreti di discontinuità rispetto al governo con la Lega; Di Maio (al quale fino all’ultimo la Lega offre il ruolo di premier, promettendo che il nuovo patto ‘gialloverde’ sarebbe stato “di legislatura”) alza la posta invocando per il M5S incarichi di peso. Se Conte, come sembra, sarà indicato premier, sia chiaro – sottolineano i Dem – che non è un terzo o garante (come con la Lega), ma un esponente del Movimento, in un patto tra pari su un unico programma. Il leader Pd si dice «ottimista» su «un governo serio, che duri». 

Il segnale che si fa sul serio arriva alle 18, quando l’auto di Zingaretti varca il portone di Palazzo Chigi, dove lo attende Di Maio, nel suo ufficio di vicepremier. Un colloquio di 25 minuti appena, il segretario Dem viene immortalato dai fotografi scuro in volto. Lunghi minuti di silenzio, poi dal Nazareno dicono che non c’è ancora l’intesa sulla premiership ma che M5S e Pd si sarebbero ritrovati alle 21, per un vertice notturno (in corso da più di due ore): al tavolo, in quota M5S, al fianco di Di Maio c’è proprio Conte, mentre Zingaretti è accompagnato da Orlando, che alcune voci accreditano come possibile vicepremier, se il segretario Dem sceglierà di restare fuori dal governo. «È partito il confronto sulle idee per un governo autorevole, di svolta», dice davanti al portone del Nazareno il leader Pd, che fino all’ultimo invoca un ricambio dei nomi e non si sbilancia sulla premiership. L’accelerazione risponde all’auspicio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a sciogliere in pochi giorni la crisi di governo. Entro le 19 il Quirinale aveva chiesto di avere indicazioni chiare dai partiti. Le risposte finali dovranno arrivare nelle consultazioni che il capo dello Stato convoca tra oggi e domani. Se domani le delegazioni del Pd e del M5S esprimeranno la volontà di formare un governo politico, Mattarella assegnerà l’incarico al premier da loro indicato, che avrà un tempo congruo (una settimana?) per comporre la squadra dei ministri. Non sarà un’impresa da poco. 

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