Estero

Per i media cinesi la violenza a Hong Kong resta un'opzione

Pechino "non ha ancora deciso se intervenire con la forza', scrive l'organo ufficiale del Partito comunista cinese

Resistere, resistere, resistere (Keystone)
16 agosto 2019
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Pechino "non ha ancora deciso se intervenire con la forza per sedare la rivolta di Hong Kong, ma questa opzione è chiaramente a disposizione": è quanto scrive il 'Global Times', tabloid dell'organo ufficiale del Partito comunista cinese, nel quale si assicura anche che non si ripeterà la repressione di Piazza Tienanmen di 30 anni fa. Il raduno delle forze paramilitari a Shenzhen "è un chiaro monito ai rivoltosi di Hong Kong".

In un editoriale dal titolo "Inutile per Washington giocare la carta Hong Kong", il tabloid del Quotidiano del Popolo, 'voce' del Partito comunista cinese, assicura che gli Usa "non saranno in condizioni di intimidire la Cina usando i tumulti di 30 anni fa. La Cina è molto più forte e più matura e la sua capacità di gestire situazioni complesse è fortemente cresciuta".

"Se lo stato di diritto non potrà essere ripristinato e le rivolte si intensificheranno, allora sarà un imperativo per il governo centrale prendere azioni dirette nel rispetto della Basic Law", la Costituzione di Hong Kong.

L'auspicio è che la "società di Hong Kong possa riconoscere il tentativo di Washington di distruggere la città", e dunque "restaurare attivamente lo stato di diritto sotto la leadership del governo locale".

John Bolton, consigliere di Trump sulla sicurezza nazionale, ha ammonito giovedì la Cina contro l'ipotesi di dare vita a una "nuova piazza Tiananmen", in risposta alla protesta degli studenti. E Pechino ha ripetuto più volte le sue critiche verso "forze straniere" accusate alimentare i tumulti.

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