Estero

E intanto l'Artico brucia ancora

I devastanti incendi toccano Siberia, Groenlandia, Alaska e Canada. Le emissioni di anidride carbonica sono da capogiro

8 agosto 2019
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Sì, l'Artico sta ancora bruciando. Siamo tutti rimasti colpiti dalle immagini che nei giorni scorsi, e abbastanza a rilento (gli incendi sono scoppiati in giugno), hanno fatto il giro del mondo. Ma se la preoccupazione rischia di durare il tempo di una condivisione su Facebook, ben diversa è la durata degli eventi che stanno devastando ampie porzioni di territorio fra Siberia, Groenlandia, Alaska e Canada. Per non dire delle loro conseguenze.

Greenpeace ha dichiarato lo stato di emergenza climatica. “La minaccia che questi incendi rappresentano per il nostro Pianeta – scrive l'Ong ambientalista – risulta ancora più grave se consideriamo che da questi eventi deriva un’emissione di anidride carbonica di oltre 166 milioni di tonnellate che è, più o meno, la quantità emessa in un anno da 36 milioni di auto”.

Il problema è che l'aumento delle temperature a causa del riscaldamento globale non è equamente ripartito, e l’Artide si sta riscaldando a una velocità doppia rispetto al resto del pianeta. Ne consegue che la vegetazione è più secca e pure sottoterra i roghi riescono ad avere la meglio sulla torba, solitamente impregnata d'acqua. È proprio questo materiale a preoccupare di più gli scienziati, perché gli incendi di torba producono molto più biossido di carbonio e metano.

 

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