Estero

Un'altra nave di migranti attende un porto sicuro

Bloccata al largo di Lampedusa, Open Arms sfida Salvini e annuncia un ricorso al Tribunale dei minori di Palermo affinché avvenga lo sbarco dei 32 minorenni

Keystone
7 agosto 2019
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Se la situazione a bordo dovesse peggiorare e ci fossero “problemi seri” per i 121 migranti, “entreremo nelle acque italiane”. Bloccata da sei giorni a 30 miglia da Lampedusa, Open Arms lancia la sfida a Matteo Salvini e subito dopo annuncia un ricorso al Tribunale dei minori di Palermo affinché intervenga disponendo lo sbarco dei 32 minorenni. “Si ricordino – è la risposta del ministro dell’Interno – che per loro le acque territoriali sono chiuse e siamo pronti a sequestrare la nave”.
“La situazione a bordo è complicata – dice in un’intervista a Catalunya Radio il fondatore della Ong catalana Oscar Camps –, ci sono casi che necessitano di assistenza medica quotidiana e altri che hanno bisogno di assistenza psicologica costante per quel che hanno subito in Libia”. Per questo “se avremo problemi seri entreremo nelle acque italiane”. “Tra poco finiremo cibo e bevande – aggiunge il comandante della nave, Anabel Montes Mier – e siamo preoccupati per lo stato psicologico di chi è a bordo, che peggiora di giorno in giorno a causa dell’incertezza di non sapere cosa accadrà loro. Stiamo resistendo, ma più tardi arriva una risposta e più la situazione peggiorerà”.
Dalla Ong parte anche un’altra mossa: un ricorso al Tribunale e alla Procura dei minori di Palermo affinché dispongano lo sbarco dei minori e nominino dei tutori per quelli non accompagnati. “Faremo di tutto affinché le convenzioni internazionali, le normative, gli obblighi ed evidentemente anche i diritti di queste persone, vengano rispettati” dice il presidente Riccardo Gatti denunciando la “prepotenza e l’abuso istituzionalizzato” da parte dell’Italia e di Malta. Al momento però Open Arms resta in mezzo al mare. Malta ha ribadito il suo no e l’unico segnale inviato dall’Italia alla nave è stato nei giorni scorsi la notifica del divieto di ingresso firmato da Salvini, Toninelli e Trenta. “La nave è da sei giorni nel Mediterraneo e ora minaccia di entrare nelle acque italiane”, dice il ministro dell’Interno. “Avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungere la Spagna. Ma forse questi signori vogliono fare solo una provocazione politica”.

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