Estero

Regno Unito, il dramma delle siamesi impossibile da separare

Marieme e Ndeye sono due gemelline nate in Senegal unite per il tronco e portate poi in Inghilterra alla ricerca di una soluzione rivelatasi impraticabile

5 agosto 2019
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Unite per la vita e per la morte. È il destino, tragico eppure per molti versi miracoloso, di Marieme e Ndeye, due gemelline siamesi nate in Senegal unite per il tronco e portate poi nel Regno Unito dai genitori alla ricerca di una migliore assistenza, se non della soluzione a un dilemma rivelatosi impossibile da sciogliere.

Bambine a cui gli specialisti avevano dato in un primo momento non più di pochi giorni di sopravvivenza e che invece hanno compiuto 3 anni ma che ora, hanno accertato i medici, non potranno essere separate.

"Prima pensavamo che Marieme dipendesse moltissimo da Ndeye, mentre recenti osservazioni hanno mostrato che l'una dipende dall'altra per poter restare in vita; è stata una grande svolta, ma è anche bello che sia così: prima eravamo in preda al problema etico se separarle o meno, ora questo dilemma non è più sul tavolo", hanno spiegato i medici.

La vicenda, sui media britannici dall'inizio del 2019, torna oggi sotto i riflettori grazie a un documentario trasmesso dalla Bbc, che per mesi le ha seguite.

Inizialmente l'attenzione era stata dedicata allo strazio dei genitori quando a gennaio i medici dell'ospedale pediatrico Great Ormond di Londra avevano prospettato la possibilità di un intervento per provare a separare le piccole. Ma a condizione di sacrificarne inevitabilmente una: cosa a cui il padre aveva subito detto no, non sentendosi in grado di fare una scelta del genere.

In seguito, come riporta la stessa Bbc, sono stati gli stessi chirurghi a ripensarci. Nuovi accertamenti hanno permesso di capire che l'operazione in realtà non sarebbe mai stata possibile: Marieme e Ndeye hanno infatti cuore e spina dorsale separati, ma hanno in comune l'apparato digerente, il fegato, la vescica e soprattutto un sistema circolatorio molto più interconnesso rispetto a quanto diagnosticato 8-9 mesi or sono.

Di qui la decisione di limitarsi a continuare ad assisterle, 24 ore su 24, grazie a un'infermeria permanente installata nella nuova casa di famiglia di Cardiff, nel Galles. Gillian Body, consulente pediatrica al Noah's Ark Children's Hospital for Wales, non nasconde - pur in un contesto così difficile da accettare - uno squarcio di sorriso. "Le bambine ora reagiscono bene, stanno godendo di un periodo di stabilità e ci sorprendono con i loro progressi", ha riferito.

"I dottori adesso sanno che si tratta di un caso unico e complesso", ha fatto eco il papà, Ibrahima Ndiaye, notando come la resistenza delle gemelle sia andata "oltre ogni aspettativa" e come la situazione offra "un pochino più di ottimismo". Le piccole intanto si mostrano serene in alcune immagini, in grado di farsi compagnia. "Quando una piange, l'altra la incoraggia a smettere", ha raccontato ancora Ibrahima: "Continuano a crescere insieme, le mie bambine, e a darci gioia".

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