Estero

L'Iran aumenta la produzione di uranio

Teheran procederà a un arricchimento al 5%, rispondendo picche alle richieste europee di non procedere oltre la soglia del 3,67% consentito dall’accordo del 2015

Keystone
7 luglio 2019
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Potremo anche tornare indietro, ma dipenderà da voi. Così il governo iraniano ha risposto alle (petulanti) richieste europee di non procedere all’arricchimento dell’uranio oltre la soglia del 3,67% consentito dall’accordo del 2015.

La repubblica islamica ha annunciato ieri di avere ripreso il processo di arricchimento, reputando troppo generici gli impegni europei ad adottare misure alternative alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Anche questo è un esito dell’uscita unilaterale degli Usa dall’intesa internazionale sul nucleare iraniano, decisa da Donald Trump l’anno scorso. Non solo Washington denunciò un accordo che vincolava Teheran a sottoporsi alle ispezioni internazionali, ma vi associò nuove sanzioni, estendendo i loro effetti a tutti gli Stati che avessero continuato a fare business con l’Iran. Con l’obiettivo dichiarato di strangolarne l’economia e far precipitare le condizioni di vita.

Ali Akbar Velayati, ex ministro degli Esteri e influente consigliere della Guida Ali Khamenei, ha comunque parlato di un arricchimento al 5%. Ancora molto lontano dal 90% necessario per costruire armi atomiche. La prima cosa che gli europei dovrebbero fare, ha detto il portavoce della commissione Energia del parlamento, Assadollah Gharenkhani, è aiutare Teheran a riprendere le esportazioni di petrolio, che l’amministrazione Usa di Donald Trump è riuscita a tagliare drasticamente facendo pressioni sull’intera comunità internazionale. Risultato: Germania e Regno Unito, come fatto sabato dalla Francia, hanno espresso la loro “preoccupazione” per la mossa di Teheran, chiedendole di fare marcia indietro. Con chi stanno è chiaro.

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