Estero

Tsipras sconfitto, Mitsotakis alla guida della Grecia

Elezioni legislative: il leader del partito di centrodestra ha condotto la sua fazione ad una netta vittoria che mette fine all'era della sinistra in governo del premier

7 luglio 2019
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Kyriakos Mitsotakis alla guida della Grecia. Il 51enne leader del partito di centrodestra Nea Dimokratia ha condotto il suo partito ad una netta vittoria che mette fine all'era della sinistra al governo di Alexis Tsipras ed apre le porte ad un periodo di riforme che parlano di meno tasse, più apertura agli investimenti privati e meno burocrazia.

Con oltre il 75% dei voti conteggiati, Nea Dimokratia ottiene il 39,6% dei voti e 158 seggi. Syriza prende il 31,6% (86 seggi). I socialisti di Kinal 7,9% (22); il Kke 5,4% (15); i nazionalisti di Elliniki Lysi 3,8% (10); il movimento di Diem25 di Yanis Varoufakis il 3,5% (9). I neonazisti di Alba Dorata non entrano in parlamento. L'affluenza, che si temeva in calo, è stata del 57,41%, leggermente superiore alle politiche del 2015, nonostante la giornata di caldo torrido. Una vittoria che permette al nuovo leader greco di governare con una maggioranza monocolore nel Parlamento, garanzia di un'azione di governo senza i brividi che hanno caratterizzato molti degli ultimi esecutivi ellenici, basati su maggioranze turbolente.

“Lavorerò duramente, per tutti i greci e le greche, anche per quelli che non ci hanno votato. E cominceremo subito perché non c'è tempo da perdere”, ha affermato il futuro premier greco Kyriakos Mitsotakis, nel suo breve discorso dopo il successo alle urne. Mitsotakis ha inoltre ribadito la sua promessa: meno tasse, salari più alti e più investimenti. Poi ha detto che è ora che la Grecia “si faccia sentire” in Europa. “I cittadini hanno preso il destino nelle loro mani. Domani è l'alba di un nuovo giorno”.

“I cittadini hanno scelto. E noi rispettiamo il risultato, perché il cambio di governo è l'essenza della democrazia, non un paradosso – ha invece affermato Tsipras –. Ho fatto i complimenti a Mitsotakis e domani gli consegnerò l'ufficio del primo ministro”. Tsipras ha aggiunto che Syriza ha fatto “scelte difficili” per cambiare il paese, “pagando un alto prezzo”. “Non gli riserverò (a Mitsotakis) il trattamento che ho avuto dai miei predecessori, ma lo accoglierò per il passaggio di consegne - ha sottolineato - Spero che questa vittoria di Nea Dimokratia non sia l'occasione di vendetta, specie contro i diritti dei lavoratori”. 

Tsipras ha poi sottolineato come il risultato odierno (31,6%) non sia poi così lontano dal 35,5 del 2015. "È un onore aver ricevuto questa fiducia. Noi la useremo per cambiare Syriza in un movimento democratico con forti radici tra i lavoratori. Ora analizzeremo i nostri errori e poi saremo un'opposizione responsabile ma molto attiva in Parlamento".

Nuova fiducia al centrodestra 

La Grecia ha dunque ridato fiducia al centrodestra di Nea Dimokratia, lo stesso partito che era al governo quando esplose la catastrofica crisi finanziaria, diventata poi crisi sociale. Ma oggi si presenta come una forza nuova e diversa: Mitsotakis ha condotto una campagna elettorale giocata con sicurezza, visitando ogni angolo del Paese e promettendo il cambiamento che molti si aspettano da lui, in particolare sul fronte fiscale.

Con la sua aria da riformatore moderato, Mitsotakis, classe 1968, economista con studi in università Usa, sembra aver conquistato la fiducia delle classi medio-alte, da sempre ostili a Tsipras. Kyriakos è l'erede della famiglia politica conservatrice (ma fortemente europeista), i Mitsotakis-Bakoyannis. Suo padre, Kontantinos Mitsotakis, è stato premier greco dal 1990 al 1993, un esecutivo in cui sua sua sorella Dora Bakoyannis (nata Theodora Mitsotakis) fu ministro della Cultura, per poi diventare sindaco di Atene e ministro degli Esteri. A rafforzare la sensazione del grande ritorno di questo clan politico ai vertici di Atene anche la recente elezione a sindaco di Atene di Kostas Bakoyannis, figlio di Dora e nipote di Kyriakos. Alexis Tsipras ha alla fine scontato il malcontento accumulato in questi lunghi anni in cui ha gestito la crisi - una crisi finita, nei numeri dell'economia, ma la cui fine non viene ancora avvertita da molti greci. Ma anche altri fattori hanno pesato: come l'accordo sul nome della Macedonia con Skopje, odiato dai nazionalisti. O come la gestione giudicata poco chiara e inadeguata dei micidiali incendi della scorsa estate, costati la vita ad oltre cento persone nei pressi di Rafina. Per i suoi sostenitori, il premier è riuscito ad unire la sinistra ha difeso i diritti in tempi difficilissimi, limitando la catastrofe sociale; per i suoi detrattori non ha mantenuto troppe promesse, e in alcune occasioni non sarebbe stato sincero. Per lui, da domani, inizia una stagione all'opposizione, contro una maggioranza che appare difficile da scalfire. 

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