Estero

Iran-Londra, si litiga per una petroliera

La marina inglese ha bloccato per controlli una nave persiana nelle acque di Gibilterra. Teheran replica, minaggiando di sequestrare un tanker inglese

5 luglio 2019
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Un "atto di pirateria": così l'Iran definisce l'abbordaggio di una sua superpetroliera compiuto a Gibilterra dalla Marina britannica. Una vicenda dai tratti ancora non del tutto chiari che le contrastanti versioni di Spagna e della autorità della Rocca, territorio d'oltremare del Regno Unito, non contribuiscono a chiarire. Ma intanto un dirigente iraniano propone di reagire sequestrando per rappresaglia una petroliera di Londra. L'unità, la 'Grace I', rimane per il momento bloccata nelle acque ad est dello Stretto di Gibilterra, con i 28 uomini dell'equipaggio, in maggioranza indiani, pachistani e ucraini, che vengono interrogati dalle autorità locali. Il sospetto è che il natante, che è partito dal Golfo ed ha circumnavigato l'Africa, intendesse raggiungere la Siria per consegnare il suo carico in violazione delle sanzioni europee contro il regime di Bashar al Assad. La polizia e le forze della dogana locali affermano di avere compiuto l'abbordaggio, insieme alle forze speciali britanniche, mentre rallentava per fare rifornimento nelle acque territoriali di Gibilterra, all'estremo sud della Spagna. Diversa la ricostruzione del ministero degli Esteri iraniano, che giudica l'operazione alla stregua di un atto di "pirateria" in quanto avvenuto in acque internazionali. Il governo di Teheran chiede pertanto "il rilascio immediato" della petroliera. A rincarare la dose è intervenuto Mohsen Rezai, segretario del potente Consiglio per il discernimento delle scelte, un organismo di mediazione tra le diverse istituzioni dello Stato. "Se l'Inghilterra non lascia andare il nostro tanker, è dovere dell'Iran rispondere catturando un tanker inglese", ha affermato Rezai, alla guida delle Guardie della Rivoluzione durante gli otto anni del conflitto con l'Iraq (1980-1988), che vide la cosiddetta 'guerra delle petroliere' mettere in serio pericolo il traffico del greggio nel Golfo, con il contorno di alcuni scontri diretti fra unità iraniane e statunitensi. Lo stesso scenario sembra potersi riproporre oggi, nel clima rovente creatosi dall'uscita degli Usa dall'accordo sul nucleare lo scorso anno e l'invio di nuove forze navali, aeree e di terra di Washington nella regione. A partire da maggio altre sei petroliere e navi cargo sono state prese di mira da atti di sabotaggio, attribuiti dagli Usa a Teheran, vicino allo strategico Stretto di Hormuz. Mentre i Pasdaran hanno abbattuto un drone americano che secondo l'Iran aveva violato il suo spazio aereo mentre secondo gli Stati Uniti sorvolava acque internazionali. Ieri fonti anonime del governo spagnolo, che contesta il controllo britannico di Gibilterra, avevano detto che il blocco della 'Grace I' era avvenuto su richiesta degli Usa, ma oggi le autorità della Rocca hanno negato tale circostanza. Tuttavia il consigliere per la sicurezza nazionale americano, John Bolton, ha affermato che l'abbordaggio è "una notizia eccellente". La tensione fra Washington e Teheran resta intanto altissima: "L'Iran deve essere molto, molto attento", ha detto il presidente Donald Trump commentando l'arricchimento dell'uranio da parte di Teheran oltre i limiti dell'accordo sul nucleare, da cui però gli Usa sono usciti. E gli Stati Uniti hanno chiesto una riunione d'urgenza dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che si svolgerà mercoledì prossimo a Vienna.
 
 

 

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