Bruxelles

Furto di diamanti su un aereo, francese condannato a 5 anni

Marc Bertoldi è stato riconosciuto colpevole di aver partecipato alla rapina. L'uomo ha sempre negato di avervi partecipato

Il furto è avvenuto su un aereo Swiss (Ti-Press)
27 giugno 2019
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Il Tribunale penale di Bruxelles ha condannato oggi il francese Marc Bertoldi a cinque anni di carcere: l'uomo è stato riconosciuto colpevole di essere stato un co-autore della spettacolare rapina avvenuta il 18 febbraio 2013 all'aeroporto di Bruxelles ai danni di un aereo della Swiss. Otto persone armate e travestite da poliziotti avevano rubato diamanti e lingotti d'oro per un valore di 50 milioni di dollari (46 milioni di franchi al cambio di allora).

Bertoldi ha sempre negato di aver preso parte alla rapina, ma non di aver nascosto la preziosa refurtiva. Ha infatti spiegato che un contatto gli aveva consegnato le gemme all'indomani del furto nella capitale belga. "All'epoca non mi era stato detto che erano diamanti rubati. Sapevo solo che dovevo essere a Bruxelles il 19 febbraio per ricevere questi diamanti", ha detto.

La corte l'ha comunque giudicato colpevole in qualità di co-autore perché accettando di vendere la merce rubata vi ha indubbiamente partecipato. "Con il suo comportamento, ha permesso che i fatti venissero commessi", ha sottolineato il tribunale, secondo cui tuttavia è stato impossibile stabilire il suo ruolo esatto nella vicenda.

Bertoldi è anche stato riconosciuto colpevole di associazione criminale, di cui è diventato "volontariamente e consapevolmente uno degli ingranaggi": per i giudici non c'è dubbio che i fatti siano stati "meticolosamente preparati", cosa che ha reso necessaria la presenza di "fonti interne". L'imputato è infine anche stato dichiarato colpevole di riciclaggio di denaro, mentre è stato assolto dalle accuse di atti preparatori della rapina, in particolare di furto di veicoli.

Oltre ai cinque anni di carcere, la Corte gli ha inflitto una multa di 6'000 euro e ha ordinato la confisca della Porsche Cayenne della moglie e di 45'000 euro. Parte di questa somma è stata utilizzata per pagare la sua cauzione ma Bertoldi "non è mai riuscito a dimostrare l'origine legale" del denaro.

La rapina a mano armata era iniziata alle 19:47 del 18 febbraio 2013 quando due veicoli neri muniti di lampeggianti erano entrati nell'aeroporto abbattendo le recinzioni. In seguito i malfattori erano fuggiti attraverso la barriera danneggiata. Durante il furto, durato solo un paio di minuti, nessuno era rimasto ferito.

Obiettivo della rapina era un furgone portavalori della società Brink's che si trovava sotto un aereo Swiss - che operava un volo per conto della Helvetic Airways - pronto a decollare da Bruxelles per Zurigo. Gli otto uomini muniti di fucili mitragliatori hanno forzato gli sportelli della zona di carico dell'aereo e si sono impossessati di circa 120 pacchi contenenti principalmente diamanti.

Il 13 maggio 2013, una piccola parte dei diamanti, dal valore di circa 5 milioni di euro, era stata scoperta nella cantina della villa di un amico di Bertoldi a Champel, un quartiere di Ginevra. L'uomo, un promotore immobiliare ginevrino di 61 anni, era stato condannato nel novembre 2015 a Ginevra a due anni di carcere sospesi con la condizionale per riciclaggio e di ricettazione. Un suo amico avvocato, che disponeva delle chiavi della cantina blindata, era stato riconosciuto colpevole di tentato favoreggiamento e quindi condannato a 180 aliquote giornaliere sospese.

Sempre nel 2015 erano invece stati assolti dall'accusa di ricettazione i due gestori immobiliari - con cui il promotore era in affari - che gli avevano acquistato due gemme. Ignorando al momento dell'acquisto la provenienza delittuosa dei preziosi, entrambi si erano autodenunciati alla polizia non appena venuti a conoscenza dei sospetti che pesavano sul venditore e avevano restituito le gemme.

Nel maggio 2018, il Tribunale penale di Bruxelles ha pronunciato l'assoluzione di altri 19 imputati: sedici uomini e tre donne residenti in Belgio, accusati di essere coinvolti nella "rapina del secolo". Secondo la corte, "gli elementi non sono sufficientemente precisi e concordanti per stabilire la colpevolezza degli imputati". L'accusa ha ricorso contro questa sentenza.

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