L'Ong tedesca parla di 'disperazione' a bordo della Nave. Matteo Salvini ribadisce la linea dura: 'la capitana pagherà le conseguenze'
È ancora ferma davanti al porto di Lampedusa la Sea Watch 3 della Ong tedesca, al centro di un braccio di ferro con il governo italiano. La comandante della nave, Carola Rackete, ieri aveva deciso di forzare il divieto di ingresso nelle acque territoriali con l'intenzione di sbarcare a terra i 42 migranti soccorsi al largo della Libia. "Abbiamo aspettato una notte, non possiamo più aspettare. La disperazione delle persone non è qualcosa con cui giocare", ha indicato la Ong tedesca in un tweet.
Appello #SeaWatch: notte è passata, non possiamo attendere ancora. "Buongiorno Ue. Ieri a causa di un'emergenza siamo entrati in acque italiane. #GdF e @GC sono state a bordo. Non possiamo più aspettare. La disperazione delle persone non è qualcosa con cui giocare". Via @SkyTG24 pic.twitter.com/pnZUD32l3w
— Mediterranean Hope (@Medhope_FCEI) 27 giugno 2019
La Sea Watch non ha dunque ancora un porto dove attraccare e far sbarcare i migranti soccorsi: la nave si trova infatti a circa un miglio dalla banchina dell'isola e, al momento, né Guardia Costiera né Guardia di Finanza hanno ricevuto indicazioni affinché la situazione possa sbloccarsi rapidamente.
Le soluzioni possibili – scartando ovviamente l'ipotesi che la Sea Watch si allontani da Lampedusa alla ricerca di un porto diverso – sono al momento due: quella prospettata dal ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini, vale a dire un accordo 'diplomatico' con l'Ue per la ridistribuzione dei 42 migranti che coinvolga Olanda e Germania, o un provvedimento di sequestro della polizia giudiziaria o dell'autorità giudiziaria che – come già avvenuto proprio per la Sea Watch ma anche per la nave di Mediterranea Saving Humans 'Mare Ionio' – consentirebbe di far arrivare l'imbarcazione in porto e far scendere i migranti.
Al momento però, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, non è stata formalizzata alcuna denuncia né nei confronti della capitana Carola Rackete, che rischia oltre al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina anche la contestazione del reato di mancato rispetto dell'ordine di arrestare l'imbarcazione da parte di una nave da guerra come già successe per comandante e capo missione della Mare Ionio, né dell'equipaggio.
L'indicazione, sempre secondo quanto si apprende, è quella di attendere che la situazione si sblocchi per via diplomatica. Salvini ancora stamani ha ribadito la linea dura, "la capitana ha violato la legge e pagherà conseguenze". In un tweet il ministro dell'Interno ha pure affermato che "Sea Watch ha fatto la sua battaglia politica sulla pelle di 42 persone. In 15 giorni sarebbero arrivati in Olanda due volte".
#Salvini: #SeaWatch3 ha fatto la sua battaglia politica sulla pelle di 42 persone. In 15 giorni sarebbero arrivati in Olanda due volte. Hanno rifiutato i porti sicuri più vicini. Ong aiutano trafficanti di esseri umani.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 27 giugno 2019
📻 #radioanchio @radioanchio
Una disponibilità ad accogliere la nave della Ong tedesca è invece arrivata dal neoletto sindaco del Pd di Livorno, Luca Salvetti: "il nostro porto è aperto".
Mentre la Sea Watch è ancora ferma davanti alla costa di Lampedusa, all'alba di stamane sono approdati direttamente in porto altri dieci migranti, presumibilmente tunisini, con un barchino. A bordo della piccola barca anche una donna e un minorenne.