Estero

Tensione nel Golfo Persico, sospesi voli di linea su Teheran

Dopo il drone Usa abbattuto, Trump ordina attacco ma poi lo annulla. Ora Alitalia e altre sei compagnie aeree evitano l'area

Il drone Usa o quel che resta (foto Keystone)
21 giugno 2019
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Cresce la tensione nell’area del Golfo Persico: dopo l’abbattimento di un drone spia americano da parte dei pasdaran, una serie di compagnie aeree hanno deciso che eviteranno di volare su Teheran e sui cieli iraniani, modificando le rotte. Tra quelle che hanno aderito la United Airlines, Qantas, Klm, Lufthansa, British Airways e Emirates Airlines. Anche Alitalia ha deciso di modificare la rotta dell'unico volo che sorvolava lo Stretto di Hormuz e il Golfo dell'Oman. Fonti della compagnia fanno sapere che è stata cambiata la rotta sulla Roma-Delhi, senza modificare però l'orario e la durata del volo. 

Intanto le Guardie della rivoluzione islamica iraniana hanno diffuso il presunto video dell'abbattimento del drone americano sullo stretto di Hormuz da parte della loro contraerea. Nelle immagini notturne, che durano circa 30 secondi, si vede il lancio di un missile seguito da una forte esplosione in cielo e dall'urlo di soddisfazione "Allahu Akbar" da parte dei Pasdaran.

La prossime mosse di Trump

I ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Francia e Germania, i Paesi europei firmatari dell'accordo sul nucleare del 2015, sono attesi nei prossimi giorni a Teheran per un tentativo di salvare l'intesa. Lo ha confermato all'agenzia di stampa italiana ANSA Heshmatollah Falahatpisheh, presidente della commissione Esteri e Sicurezza nazionale del Parlamento, dopo che notizie della visita si erano diffuse sui media iraniani.

La comunità internazionale è in attesa anche delle mosse di Trump che giovedì ha definito l’attacco al velivolo spia degli Usa «uno stupido errore» da parte dell’Iran e che secondo il New York Times era pronto a scatenare un attacco aereo. 

Convocato a Tehran l'ambasciatore svizzero che cura gli interessi americani 

L'ambasciatore svizzero a Teheran Markus Leitner, che cura gli interessi degli Stati Uniti in Iran, è stato convocato al ministero degli Esteri della Repubblica islamica per ricevere ulteriori delucidazioni sull'abbattimento del drone americano sullo stretto di Hormuz.

La convocazione del diplomatico, riportata dall'agenzia Mehr, giunge dopo una sua "telefonata d'emergenza" con il viceministro degli Esteri della Repubblica islamica, Abbas Araghchi, di cui l'ambasciatore ha fatto sapere di aver riferito a Washington.

Nel corso del colloquio l'assistente del ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif, Mohsen Baharvand, ha sostenuto che le forze armate iraniane hanno utilizzato finora la massima prudenza nella delicata regione del Golfo, ma sono state costrette a compiere questo atto in risposta dal comportamento provocatorio della parte americana, avvertendo di "conseguenze imprevedibili" per "tutte le parti" in caso di un'escalation. Teheran ha quindi chiesto all'ambasciatore di riferire a Washington che non intende fare guerra a nessun Paese, ma che non tollererà alcun atto di aggressione. 

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