Arresto dovuto alle violenti proteste scoppiate fra forze dell'ordine e manifestanti, che contestano la legge sulle estradizioni in Cina
L'assemblea legislativa di Hong Kong ha deciso di sospendere i lavori dopo le violente proteste di ieri che hanno scatenato scontri tra manifestanti e polizia nel cuore dell'ex colonia, intorno alla sede del parlamento. Lo riportano i media locali.
Ieri, a causa delle proteste di massa, era stato deciso un rinvio per oggi alle 11 ora locale (le 5 in Svizzera). Tuttavia, dopo una mattinata caratterizzata da segnali contrastanti sul tema, i lavori sono stati nuovamente posticipati.
La contestata legge sulle estradizioni in Cina, accusata di rafforzare il controllo di Pechino su Hong Kong resta in fase di stallo e il suo esame, nella seconda lettura, è ancora da definire. Il dibattito stenta a partire anche per la crescente pressione internazionale, mentre la protesta continua ad assediare i palazzi di governo e parlamento.
Gli uffici governativi di Hong Kong sono chiusi anche oggi in previsione di nuove manifestazioni e lo saranno fino a domani, in base alle attuali decisioni.
Tutte le strade intorno alla sede del parlamento sono state sgomberate da rifiuti, transenne e altri ingombri usati per le manifestazioni sfociate in una sorta di guerriglia urbana che ha causato ieri, secondo stime ufficiali, un totale di 72 feriti, mentre tra gli agenti di polizia ci sarebbero 21 feriti, di cui 9 soccorsi in ospedale.
Oggi, invece, sono stati segnalati soltanto pochi gruppetti di dimostranti nelle aree più a rischio, mentre i presidi in forza di polizia restano nei punti più strategici. Una vicina stazione resta chiusa a titolo precauzionale e altri servizi pubblici funzionano a singhiozzo. Nonostante il rinvio della discussione sulla legge deciso ieri, il governo ha ribadito la volontà di procedere alla discussione e alla approvazione della controversa legge.