Estero

Gruppo Marenco, un crac da 4 miliardi di euro

Sono 51 i denunciati per il fallimento delle società dell'imprenditore del gas ed ex patron dello storico marchio di cappelli Borsalino

3 giugno 2019
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Un crac da record, il secondo alle spalle della Parmalat di Callisto Tanzi. È di quattro miliardi di euro il fallimento collegato al nome di Marco Marenco, monsieur Borsalino, 64enne imprenditore astigiano, arrestato il 24 aprile 2015 a Lugano dove si era rifugiato per sottrarsi alla cattura disposta dal Tribunale di Asti.

Marenco dopo una detenzione di sei mesi a Lugano era stato estradato in Italia, dove è rimasto in carcere per altri dodici mesi. La guardia di finanza di Torino e quella di Asti hanno completato gli accertamenti (coordinati dal procuratore di Asti Alberto Perduca e dal pm Luciano Tarditi), dell'indagine sul colossale fallimento: 51 le persone indagate, accusate a vario titolo di bancarotta fraudolenta. Nel corso degli anni gli inquirenti hanno sequestrato  107 milioni di euro sequestrati. Dodici le aziende coinvolte nel crac,  compreso il marchio storico Borsalino. Società attive nell'ambito dell'energia, dal gas alle dighe alpine, a giacimenti di idrocarburi in Asia.

Nella ricostruzione degli inquirenti, a tessere la trama del colossale fallimento è  stato il ''re del gas'' Marenco. Per la procura di Asti ha avuto rapporti con capi di Stato e retrovie più o meno istituzionali per le forniture di energia. Era arrivato ad essere uno dei più grandi fornitori di gas. Un privato in grado di fare concorrenza ad aziende statali. A Marenco la procura astigiana contesta di aver intascato un miliardo e 130 milioni di euro (su 4 miliardi di ''buco”) attraverso dichiarazioni fiscali infedeli, omessi versamenti delle imposte e pagamenti delle accise, truffe e appropriazioni indebite, oltre a false comunicazioni sociali. L'occultamento del denaro a Marengo sarebbe riuscito grazie all'utilizzo di 190 società usate come “schermo”, con sede in Svizzera, Isole Vergini Britanniche, sola di Man, Panama, Malta, Cipro, Liechtenstein e Lussemburgo.

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