Estero

Una 92enne milanese patteggia il rientro di 15 milioni in Italia

È un record per una persona fisica. La signora avrebbe simulato la residenza in Svizzera e in Inghilterra, ma andava in palestra a MIlano

(Ti-Press)
20 maggio 2019
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Ritenuta "latitante fiscale" per almeno 5 anni per aver simulato di essere residente in Svizzera e nel Regno Unito, una 92enne milanese, titolare tra gli anni '80 e '90 dei negozi di lusso 'Gavazzi', in particolare di cravatte, ha fatto rientrare dalla Confederazione 15 milioni di euro, cifra record per una persona fisica, che aveva nascosto al Fisco italiano con un sistema di trust. La donna ha pagato il debito tributario e patteggiato 8 mesi per evasione.

La sentenza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini a seguito dell'inchiesta del pubblico ministero Paolo Storari.

Secondo le indagini, la 92enne nel '94 ottenne l'iscrizione all'anagrafe dei residenti all'estero, simulando poi di essere residente prima in Svizzera e in seguito nel Regno Unito, mentre in realtà, almeno dal 2014, risiedeva a Milano. Il capoluogo lombardo infatti, scrive il gip, "è la città" dove la donna "vive abitualmente" in un appartamento "di famiglia ristrutturato secondo i propri desiderata che, come evidenziato dai dati delle utenze elettriche e del gas sopra riportate, la stessa risulta stabilmente occupare almeno dal gennaio 2011".

Nell'inchiesta è emerso anche che l'anziana frequentava regolarmente una "palestra" a Milano e poi i "dati dello 'spesometro'" hanno evidenziato che la città lombarda è "il centro dei suoi affari ed interessi personali", anche "alla luce dell'elevata età anagrafica" con "il costante ricorso a cure mediche e fisioterapiche" nel capoluogo lombardo.

Inoltre, si legge nella sentenza, "anche il ripetuto recarsi in Svizzera, per poche ore, per effettuare dei prelievi sotto la soglia consentita dalle leggi doganali in materia, è sintomatico della necessità di doversi approvvigionare del denaro contante necessario alle spese quotidiane che la stessa sostiene in Italia".

Il "patrimonio finanziario" della 92enne, anche grazie all'aiuto di un commercialista che ha patteggiato una pena pecuniaria di 45mila euro, è stato "abilmente schermato dietro la continua predisposizione di trust residenti in Paesi esteri". Il professionista, stando alle indagini, avrebbe stilato per la donna anche "un vero e proprio 'vademecum' consigliandole le migliori strategie" per nascondere i soldi al Fisco.

All'anziana, però, sono state riconosciute sia le attenuanti generiche, sia quella per aver estinto i debiti tributari, anche perché ha collaborato con i magistrati e "ha provveduto ad eseguire il versamento della ingente somma" di oltre 14,5 milioni all'Agenzia delle Entrate "il 14 gennaio 2019". Ha versato poi un altro milione per le imposte del 2017 e oltre 3,6 milioni al figlio (da un suo esposto si è arrivati a un sequestro di 40 milioni a carico della madre). In più, ricorda il gip, l'anziana "devolve importi rilevanti in favore di istituzioni sanitarie" e "istituendo il Trust ('The Charlie Trust'), ha disposto che il suo ingente patrimonio sia devoluto in favore di enti di assistenza pubblica e privata".

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