Estero

Gilet jaunes, altre sette giornate di protesta

Il presidente francese Emmanuel Macron non ha convinto i manifestanti e ha incassato un'ondata di proteste dall'opposizione. Domani la 'marcia sui media'

Keystone
26 aprile 2019
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Non soltanto non li ha convinti, ma al contrario ha accentuato la loro rabbia: il presidente francese Emmanuel Macron, dopo le sue proposte per smorzare la protesta sociale, non ha ottenuto niente dai gilet gialli ed ha incassato un'ondata di critiche da tutta l'opposizione, da Marine Le Pen a Jean-Luc Melenchon. E domani si annuncia un 24esimo atto della protesta particolarmente acceso, con la "chicca" di una "marcia sui media" annunciata a Parigi.

Vale più di ogni commento la risposta di Priscillia Ludosky, una delle leader più ascoltate dei gilet gialli. Al termine delle 2 ore e 20 della conferenza stampa di Emmanuel Macron dall'Eliseo, ha twittato "27/04 manif, 01/05 manif, 04/05 manif, 08/05 manif, 11/05 manif, 18/05 manif, 25/05 manif": sette nuovi appuntamenti per rinvigorire la protesta, mentre tutta l'opposizione si è scagliata contro le proposte del presidente: "Macron, sono soltanto bla bla...".

L'appuntamento di domani dei gilet gialli è, come al solito, tentacolare: fra i mille assembramenti in città, paesi, villaggi e rotatorie di Francia, si stagliano la "manifestazione internazionale" convocata a Strasburgo e diretta verso il Parlamento europeo, e la "marcia sui media" di Parigi, con partenza alle 13 da Radio France, la radio-tv pubblica, per sfilare sotto la Commissione di vigilanza, passando da molte redazioni di giornali. Vietati come al solito Eliseo, Champs-Elysees e Notre-Dame a Parigi, la piazza del Capitole a Tolosa e diverse altre zone a rischio.

Il tentativo di mano tesa di Macron al movimento che imperversa ogni settimana da 5 mesi sembra essere fallito: né il taglio delle tasse, né la promessa di non tagliare servizi pubblici sul territorio o la soppressione della scuola di eccellenza dell'ENA ha soddisfatto i leader della protesta, che hanno annunciato uno dopo l'altro di essere più che mai sul piede di guerra, giudicando "soltanto fumo" le parole del presidente. Mentre in molti si stanno concentrando sulla manifestazione del primo maggio, che secondo gli organizzatori sarà la più massiccia fin qui vista, a Parigi dovrebbe verificarsi domani la confluenza di un corteo dei sindacati (slogan principale 'Risposta generale') con quello dei gilet gialli. Massiccio lo schieramento di polizia, ha assicurato il ministro dell'Interno Christophe Castaner, denunciando "il rituale della violenza" del sabato.

Anche dalle opposizioni è arrivata una pioggia di critiche su Macron. Per Marine Le Pen "non vuole cambiare, trova delle scuse, si autogiustifica, si lancia da solo dei fiori, ma non cambierà, perché è fondamentalmente convinto di avere ragione". All'estremo opposto, Jean-Luc Melenchon de La France Insoumise, ha sostenuto che Macron "ha rilanciato la crisi politica invece di spegnerla, si è defilato". Per il presidente dei Republicains, Laurent Wauquiez, c'è stato soltanto "qualche gesto e qualche correzione dei gravi errori commessi". Fabien Roussel, segretario dei comunisti, ha parlato di "esercizio di autoincensamento" mentre l'ecologista Yannick Jadot si è detto "terribilmente frustrato" nel vedere un presidente "in permanente campagna elettorale". "Dopo 5 minuti aveva già detto tutto: non si cambia strada, niente svolte", ha twittato Raphael Glucksmann, numero uno della lista socialista-Place Publique alle europee.

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