Estero

Israele: Netanyahu e Gantz, battaglia all'ultimo voto

Testa a testa in Israele tra Benjamin Netanyahu e lo sfidante Benny Gantz. Il partito ‘Blu-Bianco’ di Gantz parrebbe in vantaggio di un paio di seggi

Keystone
9 aprile 2019
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Tel Aviv – Testa a testa in Israele tra Benjamin Netanyahu e lo sfidante Benny Gantz. I primi exit poll fotografano uno dei risultati più incerti degli ultimi anni. Il partito ‘Blu-Bianco’ di Gantz parrebbe in vantaggio di un paio di seggi (37 a 35) sul Likud di Netanyahu, ma è alla coalizione di centrodestra di quest’ultimo che spetterebbe la maggioranza relativa. Il condizionale è d’obbligo, perché molti partiti minori rischiano di non superare la soglia di sbarramento per entrare alla Knesset, fissata al 3,25%. Crolla il centrosinistra, coi laburisti fermi a 7-8 deputati e Meretz a 4-5 su un totale di 120.
In vista della battaglia all’ultimo voto è stata forte la pressione per spingere gli elettori alle urne. Gantz ha martellato il pubblico chiamando alla svolta nei confronti dell’attuale governo del ‘corrotto’ Netanyahu. Questi ha gridato al pericolo che la sinistra – come lui preferisce definire i centristi di ‘Blu-Bianco’ e Yair Lapid – fosse sul punto di prendere il potere. L’affluenza è stimata in calo di oltre il 2% rispetto al 2015. Il dato più eclatante è quello relativo alla popolazione arabo-israeliana che rappresenta il 16% dei votanti: 40% di partecipazione in meno rispetto ai concittadini ebrei. Un risultato che riflette probabilmente l’alienazione degli arabi rispetto a una politica giudicata sempre più nazionalista e a rappresentanti ritenuti inadeguati. Ha destato scandalo anche l’installazione di 1.200 videocamere nelle postazioni elettorali delle comunità arabe da parte degli osservatori del Likud. 
Ora si aspettano i dati reali. Saranno i decimali sui partiti minori e i successivi negoziati di coalizione a stabilire se a Netanyahu spetterà un quinto mandato – consacrandone il premierato più lungo nella storia di Israele – oppure se Gantz riuscirà a detronizzare l’uomo al comando dal 2009 (oltre alla parentesi 1996-99). O addirittura se sarà necessaria una grande coalizione.

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