Estero

Brexit, bocciati i piani B all'accordo della premier May

La Camera dei Comuni non ha accolto né due opzioni per una Brexit più soft, né una in favore di un secondo referendum, né una sulla revoca dell'articolo 50

Keystone
2 aprile 2019
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Non si sblocca lo stallo sulla Brexit: la Camera dei Comuni ha infatti bocciato questa sera di nuovo le 4 opzioni di piano B alternative all'accordo di divorzio raggiunto dalla premier Theresa May con Bruxelles, dopo il precedente nulla di fatto della settimana scorsa. Una maggioranza non è emersa né sulle due ipotesi di Brexit più soft (con permanenza del Regno nell'unione doganale l'una, in un cosiddetto 'mercato unico 2.0' l'altra), né in favore d'un secondo referendum, né di una revoca dell'articolo 50 come alternativa a un no deal.

Il ministro della Brexit, Stephen Barclay, ha rilanciato l'ipotesi di un quarto voto sull'accordo di Theresa May dopo la bocciatura dei voti indicativi dei Comuni sui possibili piani B per la seconda volta in pochi giorni. Barclay ha ricordato che in mancanza di un accordo approvato "l'epilogo di default" sarebbe l'uscita del Regno dall'Ue il 12 aprile con un no deal. Ma avendo notato come la Camera si sia pronunciata a maggioranza in passato anche contro il no deal, ha esortato a un quarto voto sul piano May in settimana.

Dal canto suo Jeremy Corbyn non si arrende alla bocciatura dei piani B. Parlando alla Camera dopo il voto, il leader del Labour ha criticato l'intenzione del governo di riproporre l'accordo May dopo tre bocciature, ricordando il pesante scarto di quelle sconfitte. E comunque, se il governo vuole tentare ancora, a suo giudizio può essere rivotata "mercoledì" anche l'opzione Brexit soft con permanenza nell'unione doganale: la più vicina stasera alla maggioranza con 273 voti contro 276.

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