USA

Beto lancia la sfida a Donald Trump

O'Rourke, 46 anni, si candida per le presidenziali del 2020: 'America divisa e in pericolo'. La campagna elettorale entra nel vivo

Keystone
14 marzo 2019
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"Beto is in!". Sui social media i tantissimi fan di Beto O'Rourke possono finalmente esultare: il giovane astro nascente del partito democratico americano ha sciolto le riserve e ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali del 2020. E dall'Iowa, lo stato dove a febbraio partirà l'avventura delle primarie, lancia la prima sfida a Donald Trump: scendo in campo perché l'America è sempre più divisa e in pericolo. O'Rourke è la vera incognita della campagna elettorale americana che si appresta a entrare nel vivo. Lo stesso tycoon lo teme perché tra i potenziali avversari lo vede quello più imprevedibile, anticonvenzionale e fuori dagli schemi. E' lui il jolly, l'outsider che può scompaginare anche le gerarchie tra i democratici, che vedono già candidati alle presidenziali big come i senatori Bernie Sanders ed Elizabeth Warren, in vista il prossimo mese della mossa più attesa: la candidatura dell'ex vicepresidente Joe Biden, il superfavorito. Ma se Beto alle spalle non ha il curriculum, l'esperienza e la potente organizzazione dei suoi avversari di partito, ha dalla sua l'età – appena 46 anni – e il carisma, l'affabilità, i toni ispirati che agli occhi del grande pubblico ricordano la figura di Barack Obama. Con una notevole capacità di parlare a tutti, oltre le logiche di parte, e sopratutto di entrare in sintonia con gli elettori più giovani e con quella base del partito sfiduciata, demotivata, spesso dimenticata dall'establishment. Come ha dimostrato l'eccezionale performance nel suo Texas, dove nel novembre scorso nelle elezioni di metà mandato ha sfiorato il miracolo di ridare ai dem un seggio al Senato in uno degli stati più conservatori degli States. Non a caso la campagna di O'Rourke parte da una serie di contee nel 2012 conquistate da Barack Obama ma nel 2016 finite nella mani di Donald Trump. La tattica sarà quella del porta a porta, del confronto faccia a faccia con gli elettori, sul modello delle assemblee cittadine su cui punta forse più che sui futuri dibattiti in tv. E poi i comizi in cui è sempre riuscito a dare il meglio di sé stesso. Ricordando Obama anche nell'atteggiamento e persino nel fisico alto e smilzo. Ci sono però alcuni punti deboli, almeno per ora. Non solo l'essere un uomo bianco in un momento in cui tra i dem cresce il potere delle donne e di personalità appartenenti alle minoranze. Quello che al momento manca ad O'Rourke è una ben definita base programmatica e una proposta forte che caratterizzi la sua agenda politica ed elettorale. Questo alla vigilia di una sfida nelle primarie con candidati dalla spiccata connotazione ideologica come Sanders e Warren. La domanda di queste ore è dove si posizionerà Beto tra l'ala moderata del partito e la sempre più sostenuta spinta progressista. "Io sono un capitalista", ha detto tempo fa rispondendo a chi intravede i rischi di una deriva socialista dei dem. Ma dal Green New Deal per combattere i cambiamenti cimatici alla liberalizzazione della marijuana molte delle sue idee strizzano l'occhio all'elettorato più liberal. Difficile se non impossibile che Obama si schieri già in questa fase. Ma Beto lo ha già incontrato a dicembre e in fondo gli regalò già un primo endorsement: "Mi piace - disse l'ex presidente - perché basa le sue posizioni su quello in cui crede, non sui sondaggi".

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