Estero

Cohen: 'Trump, razzista e truffatore'. Il presidente replica: 'Menzogne'

Si apre la testimonianza dell'ex legale del tycoon davanti alla commissione di vigilanza della camera del Congresso americano. E sono subito scintille

Michael Cohen (Keystone)
27 febbraio 2019
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"Io so chi è Donald Trump. È un razzista, un truffatore, un imbroglione": è uno dei passaggi dell'intervento con cui l'ex legale del presidente americano, Michael Cohen, apre la sua testimonianza davanti ai membri della Commissione di vigilanza della Camera del Congresso americano, testo anticipato dal "New York Times".

"Ho chiesto a questa commissione che la mia famiglia sia protetta dalle minacce presidenziali", afferma Cohen. "Sono qui per spiegare agli americani cosa conosco sul presidente Trump", aggiunge dicendosi pronto a mostrare diversi documenti. Trump minacciò i vertici del liceo e del college da lui frequentati perché non rilasciassero i risultati sul suo rendimento e dei suoi esami, rivela ad esempio l'ex legale del tycoon, che ha portato in Congresso copia delle lettere che il presidente gli ordinò di scrivere per inviare il messaggio che se quelle informazioni fossero state diffuse sarebbero scattate azioni civili e penali. Quando gli chiese di raccontare ai giornalisti di essere stato riformato per motivi medici, Trump rispose a Cohen: "pensi che io sia così stupido da andare in guerra in Vietnam?", racconta lo stesso ex legale del presidente, spiegando come Trump sosteneva di avere una malformazione ossea: "ma dai referti medici non risultava nulla", ha detto Cohen.

L'ex avvocato di Trump racconta anche come il tycoon, ricevendo un rimborso di 10 milioni di dollari dal fisco, disse: "può essere il governo così stupido da dare così tanti soldi indietro a uno come me?". E ancora: Trump spinse Cohen a mentire sul progetto di una Trump Tower a Mosca, progetto che andò avanti anche durante la campagna elettorale del 2016, riferisce l'ex legale del presidente sottolineando come non fu un ordine esplicito: "io stavo negoziando per lui in Russia, ma lui mi guardò negli occhi e mi disse che non c'era alcun business in Russia. Poi andò fuori e mentì agli americani affermando la stessa cosa. In questo modo stava dicendo anche a me di mentire".

Il tycoon ha mentito sui negoziati con Mosca sulla Trump Tower perché non si aspettava di vincere le elezioni, sostiene Cohen spiegando come "Trump si è candidato solo perché vedeva nella campagna elettorale una grande opportunità di marketing per rendere più grande non il paese ma il suo marchio. Non aveva alcuna intenzione di guidare il paese e non si aspettava nemmeno di vincere le primarie. Disse 'sarà la più grande campagna commerciale della storia della politica'". In merito agli incontri con agenti russi ai quali - ricorda - partecipò anche il figlio di Trump Donald Junior, l'ex legale del presidente dichiara di non sapere "se Donald Trump abbia colluso, ma ho i miei sospetti". Cohen ha quindi confermato che Trump gli chiese di pagare l'ex pornostar Stormy Daniels per comprare il suo silenzio e al Congresso ha mostrato la copia di un bonifico di 130 mila dollari versati alla donna e la copia di una assegno da 35 mila dollari firmato da Trump a titolo di rimborso e datato 1. agosto 2017, quando era già presidente. In tutto gli assegni durante l'anno furono 11, ha spiegato. "Mi chiese anche di mentire a sua moglie. Mentire alla first lady è uno dei miei più grandi rammarichi. Non lo merita".

Trump replica via tweet

"Michael Cohen era uno dei molti avvocati che mi ha rappresentato (sfortunatamente). Aveva anche altri clienti. È appena stato radiato (dall'albo degli avvocati) dalla Corte suprema per falso e frode. Ha fatto brutte cose non legate a Trump. Sta mentendo per ridurre la sua condanna in carcere": il tweet è la prima reazione del presidente americano Donald Trump alla testimonianza del suo ex legale.

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