medicina

Primi cuori artificiali wireless impiantati in Kazakistan

La corrente viene trasmessa da una cintura addominale, riducendo così il rischio di infezioni

Ti-Press
18 febbraio 2019
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È stato impiantato su due pazienti con insufficienza cardiaca terminale, per la prima volta al mondo, un cuore artificiale "wireless", che si ricarica senza fili ricevendo corrente da una cintura addominale indossata dal paziente per un paio d'ore. Gli interventi sono stati svolti in Kazakistan, nella capitale Astana, in un centro di eccellenza per la cura di queste malattie nell'ambito di un progetto internazionale denominato "Fivad" da un'équipe cui hanno partecipato Massimo Massetti, Direttore Area Cardiologica Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS e Ordinario di Cardiochirurgia alla Cattolica, Yury Pya di Astana e Ivan Netuka dell'Institute for Clinical and Experimental Medicine di Praga.

I risultati sono stati pubblicati sul 'Journal of Heart and Lung Transplantation'. Il dispositivo è risultato sicuro, con riduzione del rischio di infezioni (rispetto a device analoghi ma con cavi per la ricarica), e con un'autonomia di circa otto ore. "La tecnologia associa l'impianto di un dispositivo di assistenza cardiocircolatoria meccanica (Vad), già in uso da anni e nel nostro arsenale terapeutico - spiega Massetti - a un sistema di trasmissione trans-toracica dell'energia elettrica - tecnologia denominata 'Coplanar Energy Transfer', messa a punto dall'azienda Leviticus Cardio, che consente di ricaricare il cuore senza fili, tramite una cintura indossabile che invia corrente alla batteria interna del dispositivo". Ciò riduce il rischio di infezione, vero tallone di Achille nei sistemi alimentati via cavo, e migliora la qualità di vita dei pazienti. Altri impianti verranno realizzati anche in Italia, una volta completate le certificazioni necessarie, precisa. "Ciò rappresenta un progresso nella cura dell'insufficienza cardiaca terminale incurabile con farmaci. I pazienti in lista per trapianto cardiaco o i non idonei al trapianto - conclude Massetti - potranno sperare in una vita pressoché normale con un cuore artificiale senza batterie esterne e a minor rischio infezioni". 
 

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