Estero

Mali, 75 civili uccisi in una settimana

Human Rights Watch denuncia i costanti conflitti alimentati dalle milizie etniche e le autorità del Paese avviano un'indagine

18 dicembre 2018
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Le milizie etniche del Mali hanno ucciso almeno 75 civili in una sola settimana, all'inizio di dicembre: a denunciarlo è Human Rights Watch. Le autorità maliane hanno avviato una indagine e compiuto alcuni arresti e hanno promesso processi regolari ai membri della milizia e ai loro leader implicati nelle stragi.

Tra gli indagati c'è anche Youssouf Toloba, leader del Dan Na Ambassagou, una milizia etnica Dogon, le cui forze sono risultate coinvolte in vari attacchi del 2018.

Nel Mali centrale, la milizia Dogon ha ucciso almeno 34 civili di etnia Peuhl in tre distinti attacchi nella regione di Bankass, il 5, il 12 e il 13 dicembre. Nel nord del Paese, uomini di etnia Peuhl hanno attaccato due accampamenti di Tuareg, uccidendo oltre 45 persone. L'attacco era stato preceduto da molti altri avvenuti nello scorso anno per i costanti conflitti per il possesso di terra e acqua e, più recentemente, per la presenza di gruppi armati islamisti.

"Le uccisioni di civili da parte delle milizie nel Mali centrale e settentrionale sono ormai una spirale fuori controllo - ha affermato Corinne Dufka, direttore di Human Rights Watch per il Sahel -. Le autorità devono assumere iniziative, tempestive ed efficaci, contro le milizie se vogliono spezzare questa catena di attacchi e rappresaglie". Human Rights Watch ha raccolto testimonianze dirette degli eccidi e una lista di nomi delle persone uccise.

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