Estero

Gilet gialli, il governo francese ci ripensa

Prima viene annunciata la linea dura con il ritiro delle compensazioni per l'ecotassa, po l'Eliseo le conferma nel tentativo di disinnescare la protesta

18 dicembre 2018
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Mentre Emmanuel Macron si concentra sui sussidi e studia la complessa architettura per elargire i promessi 100 euro in più sugli stipendi minimi, il governo di Edouard Philippe prima sposa la linea dura annunciando il ritiro delle compensazioni per l'ecotassa, poi - contestato dalla stessa maggioranza - ci ripensa e conferma tutto.

A Parigi, intanto, si vivono ore decisive per cercare di disinnescare la clamorosa protesta dei poliziotti, pronti a una giornata di "commissariati chiusi" domani, per denunciare la mancanza di mezzi, l'enorme pressione a cui sono sottoposti e i salari non adeguati. All'Eliseo, attorno al presidente, è riunita gran parte del governo.

Macron ha annullato diversi impegni presi per questi giorni, il suo obiettivo è mettere a punto la scaletta dei "dibattito nazionale" che ha promesso una settimana fa rivolgendosi ai francesi in diretta tv. E che, nelle sue intenzioni, dovrebbe trasformare la rivolta in un confronto politico. L'Eliseo è pronto a discutere anche sulla richiesta più forte dei manifestanti, l'istituzione di un "referendum cittadino" come forma di democrazia diretta.

L'esecutivo apre al dialogo pure su questo tema, dove vorrebbe però evitare l'offensiva lanciata oggi da socialisti e sinistra radicale della France Insoumise: ognuna delle due formazioni ha presentato una sua proposta di legge che fa propria l'ambizione dei gilet gialli di una consultazione popolare.

L'idea in discussione è quella di varare una legge per consentire consultazioni popolari su leggi in vigore ma anche su proposte dal basso. Fin d'ora, il dibattito sembra concentrarsi sulle materie che, in linea di principio, dovrebbero essere escluse dal campo della consultazione popolare. Philippe, che nel pomeriggio aveva fatto sapere che, viste le marce indietro e le aperture di Macron non sono più necessari né il "bonus energia" né gli incentivi alla rottamazione, è stato costretto dalla sua stessa maggioranza in Parlamento a fare marcia indietro.

La mossa avrebbe messo a rischio la fragile tregua con i gilet gialli la cui mobilitazione ha provocato già, stando a dati di oggi dell'Insee, un danno dello 0,1% di Pil, rivisto al ribasso (1,5%) nel 2008. Analoga logica di prudenza ha spinto la società autostradale Vinci, che aveva scatenato un'offensiva per far pagare il pedaggio evaso agli automobilisti passati durante le manifestazioni dei gilet gialli, a ripensarci per non sollecitare il nervo scoperto dei manifestanti.

Intanto, si consumano ore decisive per la clamorosa protesta dei poliziotti, il cui principale sindacato ha annunciato un "mercoledì nero" per domani, con i commissariati chiusi e gli agenti pronti a intervenire solo nei casi urgenti. Esausti per le manifestazioni delle ultime settimane, in cui vengono presi regolarmente di mira, scontenti per i tagli e per gli stipendi troppo bassi, vogliono esprimere anche loro la loro "rabbia", proprio come i gilet gialli che si trovano a fronteggiare.

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