Estero

Bimbi migranti marchiati al confine Messico-Stati Uniti

I numeri sono stati scritti da agenti della polizia messicana, il caso è solo l'ultimo controverso riguardante la carovana partita dall'America centrale

Keystone
17 dicembre 2018
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Numeri marchiati sul braccio dei bimbi migranti in attesa al confine tra Messico e Stati Uniti. È l'ultimo episodio legato alla carovana di disperati provenienti dall'America centrale. E, ancora una volta, riguarda i bambini, dopo la morte l'8 dicembre della piccola Jakelin, la guatelmalteca di 7 anni stremata da un lungo viaggio nel deserto.

I numeri sono stati scritti con pennarelli da agenti della polizia di frontiera messicana per indicare l'ordine con cui i minori devono essere accompagnati al valico per poter presentare la loro richiesta di asilo.

Ma la prassi ha sollevato polemiche perché rievoca le odiose schedature operate dai nazisti nei campi di sterminio, dove agli ebrei venivano tatuati i numeri di detenzione sulle braccia. Le immagini sono state girate dalla Msnbc e sono diventate virali in rete, rilanciate da diversi media internazionali, a partire dall'israeliano Haaretz.

Nel mirino questa volta è finito il governo messicano. Ma dall'altra parte del confine Donald Trump continua a dichiarare guerra ai migranti, perseguendo apertamente la separazione delle famiglie come deterrente all'immigrazione illegale e minacciando lo shutdown, ossia il blocco delle attività amministrative, se entro venerdì i democratici - dei cui voti ha bisogno - non gli concederanno in bilancio 5 dei 25 miliardi di dollari necessari per il Muro.

"Se non li separiamo arriveranno molte più persone, i trafficanti usano i bambini", ha twittato Trump, sostenendo che con l'amministrazione Obama questa prassi fu "ben peggiore". "Faremo qualunque cosa sia necessaria per costruire il Muro", ha poi ammonito Stephen Miller, l'architetto della linea dura sull'immigrazione, ribadendo che la Casa Bianca è pronta anche ad uno shutdown.

I dem hanno offerto 1,6 miliardi, e non per il Muro ma per rafforzare le recinzioni e la sicurezza del confine, lasciando al presidente la responsabilità di mandare a casa i dipendenti federali durante le feste natalizie.

Che l'immigrazione resterà il tema forse più caldo anche della prossima campagna presidenziale sembrano confermarlo pure le ultime mosse del deputato texano Beto O'Rourke, il volto più nuovo e più promettente dei potenziali candidati dem alla Casa Bianca.

Beto ha fatto visita insieme ad altri colleghi ad una tendopoli a Tornillo con 2700 migranti adolescenti chiedendo all'associazione no-profit che la gestisce di non rinnovare il contratto per una struttura temporanea che rischia di diventare una inumana prigione permanente di bambini.

Continuano intanto le polemiche sulla morte di Jakelin, dopo che il padre Nery Caal, 29 anni, ha contestato la versione delle autorità Usa, secondo cui la bimba aveva camminato per giorni nel deserto senza mangiare e bere.

Il genitore, tramite un legale, ha fatto sapere che durante il viaggio aveva mangiato e bevuto acqua potabile, e che appariva in buona salute prima di essere arrestata il 6 dicembre con altri 162 migranti al confine col New Mexico.

La famiglia chiede ora un'indagine "obiettiva e completa" per accertare se le autorità Usa hanno rispettato gli standard per la detenzione dei minori. L'autopsia chiarirà le cause del decesso, nel frattempo i primi esami hanno rivelato un gonfiore al cervello e una insufficienza epatica.

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