Estero

Le ultime parole di Angela Merkel

Grande attesa per il congresso della Cdu di domani in cui la cancelliera terrà il suo ultimo discorso da presidente del partito, prima di procedere con l'elezione del suo successore

6 dicembre 2018
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È un congresso della Cdu particolarmente importante quello al via ad Amburgo in queste ore, con le sedute preparatorie, e che sarà aperto ufficialmente domani alle 10.30. Un congresso che sarà teatro dell'ultimo discorso di Angela Merkel che, come noto, lascerà la presidenza dopo 18 anni. Si procederà poi alla votazione del suo successore. La scelta sarà affidata a 1'001 delegati del partito e non è escluso un ballottaggio. 

La sfida per la successione si annuncia una partita a tre, che in realtà si annuncia come un duello aperto fra la favorita della cancelliera, Annegret Kramp-Karrenbauer, e il giurista milionario silurato 10 anni fa dalla stessa leader, Friedrich Merz, il cui rientro è appoggiato da un padrino potente come Wolfgang Schaeuble. Il ministro 38enne Jens Spahn non avrebbe chance, stando ai sondaggi.

In gioco c'è il futuro di un grande partito popolare, da tempo alle prese con una pericolosa erosione di consensi: si teme che quando quel magnete per gli elettori che è stata Angela Merkel non ci sarà più, la Cdu possa finire in rovina come i grandi partiti tradizionali in tutta Europa. La minaccia proviene dall'ultradestra populista di Alternative fuer Deutschland, isolati politicamente ma in grado di dettare l'agenda politica. Ma anche dal polo opposto, con l'ascesa dei Verdi di Robert Habeck, che i sondaggi danno ormai secondo partito in Germania, con pochi punti di distacco dall'Unione (un eclatante 23% contro un magrissimo 26, fatte le dovute proporzioni).

Merkel lascia le redini di un partito - ma non della cancelleria, dove intende restare in sella fino a fine legislatura (2021) - dopo averlo profondamente cambiato. Spinta spesso da ragioni tattiche, ma anche da una sorta di neutralità ideologica fondata sul buonsenso, la signora del compromesso ha portato la Cdu progressivamente più a sinistra. La svolta energetica, con l'addio al nucleare, il salario minimo, il matrimonio gay: sono tante le scelte costate ben più di qualche malumore ai colleghi conservatori. Ma è stata la decisione del settembre 2015, quella di aprire le porte del Paese ai profughi siriani accogliendo oltre 1 milione di richiedenti asilo, il vero trauma mai superato. Si è prestato il fianco all'avanzamento dei populisti, e ridotto quasi in macerie il rapporto con gli alleati cristiano-sociali bavaresi. L'apertura dei confini che diede l'impressione di una perdita di controllo della situazione "potrebbe rappresentare per la Cdu quello che l'agenda 2010 di Schroeder fu per l'Spd", ha scritto in questi giorni il mensile di politica 'Cicero', rievocando le riforme del lavoro del governo rosso-verde dell'epoca che costarono la guida del paese ai socialdemocratici.

Il duello Karrenbauer-Merz è dunque la sintesi di un neanche troppo sotterraneo braccio di ferro (finora sempre vinto da Merkel) fra la linea di centro-sinistra della cancelliera e i nostalgici del passato, pronti alla resa dei conti. Schaeuble, leale ex ministro delle Finanze e falco del rigore, ha puntato su un vecchio talento fatto fuori dalla Bundeskanzlerin nel 2002 per provare la virata. Nessuno parla apertamente di una svolta a destra, ma è chiaro che l'avvocato finanziario che tenta il 'comeback' - nel 2008 scrisse un libro dai titolo 'Osare più capitalismo' - voglia puntare su un profilo più conservatore. L'obiettivo esplicito è "dimezzare l'Afd, e io mi sento di dire che si può", ha affermato in campagna elettorale. E si teme pure che possa dare una spallata alla cancelliera (ma le ha assicurato lealtà, per non perdere domani).

La "piccola Merkel" del Saarland, invece, oggi segretaria generale della Cdu, abile tessitrice di alleanze, un'esperienza maturata come amministratrice nel Land più piccolo della Germania, è ritenuta in vantaggio perché la continuità con il merkelismo e l'attitudine a costruire ponti aumenta le chance di conquista del potere anche per il futuro. Un elemento che in genere conta molto nelle scelte dei leader della Cdu, che ovviamente punta a mantenere il timone del Paese.

La decisione sarà presa da 1001 delegati, domani ad Amburgo, in un congresso che ha già segnato dei record: 1700 ospiti e 1600 giornalisti da tutto il mondo. "La votazione di domani è pura democrazia", ha detto Merkel salutando in serata i giornalisti. E lei come si sente? "Io sono grata di aver guidato il partito per 18 anni. I tempi però cambiano" e la Cdu deve "prepararsi al futuro".

 

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